Serie A

Fonseca e Di Francesco già sotto esame: pressioni diverse, ma Milan e Venezia cercano la prima vittoria

Paulo Fonseca
Paulo Fonseca - Foto Nderim Kaceli / IPA Sport / IPA

Il Milan e il Venezia si giocano tanto a San Siro, anche se abbiamo appena messo alle spalle agosto e si sono disputate appena tre giornate di campionato. Già abbastanza, però, per aver fatto discutere e avvilire i tifosi durante la sosta, soprattutto sponda rossonera: il progetto legato a Paulo Fonseca non è partito sotto una buona stella e i due punti nelle prime tre, con ancora nessuna vittoria, preoccupano maledettamente l’ambiente, conscio che fra pochi giorni c’è il debutto anche in Champions contro una big come il Liverpool e che domenica c’è il derby che può indirizzare ulteriormente la stagione. Insomma, contro i lagunari si deve vincere o sono guai e anche grossi. Un nuovo inciampo domani sarebbe imperdonabile ed è per questo che verranno messe alle spalle tutte le polemiche, anche quelle legate al caso Theo e Leao, perché gli uomini più importanti, in un momento come questo, diventano imprescindibili. C’è comunque da privilegiare coppa e Inter, ed è per questo che vedremo qualche rotazione: Morata ha recuperato ma riparte dalla panchina, davanti potremmo vedere Abraham come prima punta, Pulisic, Loftus-Cheek e Leao alle sue spalle.

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Insomma, il Milan deve vincere ed è già giunto a uno snodo decisivo: lo dice la classifica, lo dicono gli soprattutto gli ultras in una nota chiarissima. Al contempo, però, domani sono attesi quasi 70 mila spettatori e la Curva Sud, mentre mostra sostegno per i colori, non fa sconti: “Le nostre ambizioni non sono queste, nulla e nessuno puó essere giustificato per lo spettacolo imbarazzante mostrato nelle prime tre partite. Non ci sono più attenuanti o parafulmini per nessuno, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, nessuno escluso”.

Se Fonseca non ride, Di Francesco non se la passa certo benissimo. Questo perché, a fronte di tre buone prestazioni, sono arrivate due sconfitte e un pareggio, che non possono bastare né a una proprietà ambiziosa come quella americana a capo degli arancioneroverdi, né allo stesso tecnico abruzzese, che per l’ennesima volta sta provando a riabilitarsi dopo un’altra stagione fallimentare. E quella di Frosinone ha fatto malissimo, perché stavolta il bel calcio e anche i punti erano arrivati: sembrava scritto un altro epilogo, invece la retrocessione ha nuovamente gettato nello sconforto l’ormai esperto allenatore che vanta anche una semifinale di Champions. La sua panchina non traballa ancora, ma un risultato positivo al Meazza potrebbe rinsaldarla e non poco: se dovesse arrivare una vittoria, poi, sarebbe la numero cento in A per lui. Mica poco.

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