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Qualcuno salvi la classe 1991 italiana. E qualcuno salvi i principali esponenti, Alessandro Florenzi e Lorenzo Insigne. E se quest’ultimo deve sorbirsi i fischi del San Paolo senza sentire più di tanto in discussione la sua titolarità , il primo è ormai ai margini della rosa di Paulo Fonseca nonostante un rapporto ormai ricostruito con i tifosi e la curva sud che ad inizio stagione gli ha dedicato uno striscione eloquente: “Avanti con la tradizione della fascia ad un romano, al fianco di Florenzi capitano”. Le ultime parole famose. Le fasce per Florenzi (che in estate ha offerto l’onore a Dzeko) e Insigne, capitani per discendenza e merito, hanno finito con l’essere quasi un motivo di rimpianto e mal digerite, chi dal proprio allenatore e chi dalla piazza.
Per Alessandro Florenzi la duttilità di gioco ha finito col trasformarsi, dall’essere una qualità del giocatore apprezzata da ogni allenatore all’essere una fonte di confusione. Per Paulo Fonseca l’esterno azzurro è dietro nelle gerarchie in ogni posizione: alle spalle di Spinazzola e Santon come terzino e dietro Under, Kluivert e Zaniolo sulla fascia alta. Sempre più probabile un addio a gennaio per un giocatore che per la Roma ha dato due volte il crociato del ginocchio. Fischi scroscianti per Lorenzo Insigne, mal sopportato dal San Paolo soprattutto dopo l’ammutinamento della squadra nei confronti della decisione di imporre un ritiro “costruttivo” dopo gli ultimi risultati negativi.
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