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“Le partite contro le grandi squadre sono sempre le più sentite e poi c’è il mio passato milanista che mi fa vivere con ancora piu’ emozione la sfida. Ho un grande ricordo del mio passato da giocatore rossonero, ma anche da tifoso, perche’ da piccolino ero tifoso milanista, avevo Kakà come idolo e andavo allo stadio con mio babbo facendo le trasferte con il Milan club di Forlì. Il mio passato milanista è pieno di bellissimi ricordi“. Ex di turno, tifoso rossonero e con grande voglia di mettersi in luce, Riccardo Saponara presenta con queste parole Fiorentina-Milan in programma sabato allo stadio ‘Franchi’ di Firenze. Il Milan è nel passato, ora c’è la viola di Vincenzo Italiano: “Oltre che il taglio di capelli – dice ridendo -, ci accomuna il carattere e la passione per il calcio. Entrambi lo viviamo 24 ore su 24 come una ragione di vita e penso che questo sia inconsciamente ciò che ci ha accomunato fin da subito. Abbiamo legato in maniera forte fin dai primi momenti in cui sono arrivato allo Spezia, siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati grazie anche a uno scambio di opinioni onesto e sincero, in momenti in cui avevo bisogno di una parola in più, così come lui magari aveva bisogno di un consiglio da parte di un giocatore”.
E ancora, dopo l’esperienza allo Spezia: “Ci siamo ritrovati qui a Firenze con grande piacere e sono felice di continuare a lavorare con lui perché è un allenatore che ha tantissimo da dare sia dal punto di vista calcistico che caratteriale, spero anche io di potergli trasmettere qualcosa per la mia esperienza da giocatore”, ha aggiunto Saponara che poi si sofferma sul tipo di lavoro che gli chiede di fare Italiano. “Detto sinceramente mi chiede di risolvere le partite. Il mister è esigente con me perché conosce le mie qualità e vuole che io porti in campo sempre la massima espressione del mio calcio, per me lo stimolo giusto per fornire le migliori prestazioni. E’ un allenatore sincero e questo io l’ho sempre apprezzato. Anche quando magari parti dalla panchina o quando non giochi, rimane sempre onesto e sincero nei tuoi confronti, cerca di sfruttare al meglio tutte le caratteristiche di ciascun giocatore, è una delle sue armi migliori”.
Poi sugli obiettivi: “Abbiamo immagazzinato tutto quello che il mister ci sta chiedendo e lo riportiamo in campo con grande diligenza. Penso che ora sia arrivato il momento di crescere come collettivo dal punto di vista delle prestazioni contro squadre più attrezzate di noi, la cosa che ci permetterà di fare il salto definitivo. Allo stesso tempo penso che sia una fase di crescita normale quando si da’ vita ad un nuovo progetto ed un nuovo allenatore, abbiamo iniziato col piede giusto questa nuova stagione, abbiamo spinto sull’acceleratore per ciò che ci chiede il mister e questo ci ha permesso di ottenere subito buoni risultati. C’è ancora tanto da fare ma questo è uno stimolo per noi. Abbiamo una squadra forte, dobbiamo chiedere di più a noi stessi“, ha aggiunto Saponara.
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Sul soprannome di ‘professore del calcio’: “Non mi ci sento perché in realtà ho un carattere molto modesto. In realtà è Vlahovic che ha inventato un po’ queste espressioni, si diverte a chiamarmi in vari modi durante l’allenamento e ora che siamo riusciti a portare in campo belle giocate e gol in collaborazione, questi soprannomi vengono alla luce. L’appellativo di artista del calcio può essere giusto. Durante la mia carriera ho tirato fuori giocate di pregevole fattura, questo è innegabile, ma probabilmente mi sono un po’ mancate la costanza e la continuità di rendimento, ecco quest’anno vorrei fare con più continuità quelle giocate per divertirmi e per dare un contributo a questa squadra”.
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