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Il nuovo allenatore della Fiorentina Vincenzo Italiano è stato presentato ufficialmente in conferenza stampa. Tanti i temi affrontati dal tecnico nativo di Kalsruhe, che ha esordito dicendo: “Ho sempre detto che per me il calcio è uguale in tutte le categorie. Ciò che cambia è la qualità dei giocatori e la velocità. In Serie A è tutto ai massimi livelli. A Firenze porterò il cuore, come ho sempre fatto. Per me è una grandissima opportunità e ringrazio la società. Darò tutto me stesso, cercheremo di essere una squadra temuta e rispettata. Soprattutto, come ha chiesto la società, vogliamo avere un’identità. Quando parlo di identità mi riferisco ad un certo tipo di calcio e di atteggiamento, cose sulle quali io personalmente posso incidere. In passato non dormivo per giorni quando dovevo affrontare la Fiorentina. Spero che i nostri avversari provino le stesse sensazioni. Sono contento per ciò che mi sta succedendo, ogni anno ho migliorato la mia posizione ed avuto la possibilità di allenare giocatori di livello. Non vedo l’ora di iniziare“.
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SOGNO NELL’IMMEDIATO – “Sogno di veder crescere questi ragazzi che conosco da 3 giorni e vederli divertire. Il mio primo obiettivo è sentire dai ragazzi che si stanno divertendo e che sono contenti di venire al campo per allenarsi. A me piace la condivisione con i ragazzi tutti i giorni. Negli ultimi 4 anni mi sono tolto belle soddisfazioni. Qui ogni anno si inizia per cercare di fare meglio dell’anno prima.
OBIETTIVI – “Il mio obiettivo e quello della squadra è ottenere una grande identità, riconoscersi in campo e fuori; solamente dopo creare molto durante le partite e concedere poco agli avversari. Ovviamente vogliamo fare meglio dell’anno precedente. La Fiorentina deve andare oltre il 14° posto, per la storia di questo club la classifica deve essere diversa. Tuttavia non pensiamo alla classifica, ma ad essere una squadra che propone e con un’identità”.
SUL CALCIO NELLA SUA VITA – “Per un malato di calcio come me, il calcio è una ragione di vita. Ho iniziato a 15 anni e smesso a 37, mi ha dato tutto. Mi ha fatto diventare uomo e togliere tantissime soddisfazioni. Anche da allenatore, al primo anno nella massima serie, siamo riusciti a stravolgere tutti i pronostici iniziali nonostante le mille difficoltà. Il mio obiettivo è migliorare ogni giorno. Ho 43 anni, spero di allenare il più a lungo possibile. Spero che fisico e corde vocali reggano. A volte mi sento più stanco adesso che non quando giocavo. Sono arrivato in una fantastica città e spero di poter dare tanto a questo sport”.
SULLA CHIAMATA DEI VIOLA – “La chiamata della Fiorentina un orgoglio per ogni calciatore e allenatore. Poteva essere una trattativa più veloce, ma ciò che conta è che l’epilogo è stato questo”.
SULL’ANALOGIA CON LO SCUDETTO DEL 1969 – “Sono consapevole che la Fiorentina vinse lo scudetto nel 1969, l’anno dopo la vittoria dell’Europeo. Solitamente tocco ferro, ma ero nel mezzo alle piante e non ho potuto toccare ferro. Quando penso alla Fiorentina penso a Rui Costa, Batistuta e Socrates, da piccolo avevo la sua figurina, ho solo ricordi di una grande piazza. Vogliamo essere una squadra vera, che ottiene un massimo che non sappiamo ancora quale potrà essere, ma daremo tutto ciò che abbiamo”.
SUL MERCATO – “Con la società il quadro è chiaro: valutare la rosa in questi giorni, andare in ritiro e poi fare il punto della situazione. Conoscevo i ragazzi da avversario, ma credo che sia fondamentale conoscerli dal punto di vista caratteriale. Per me la Fiorentina è già una squadra di livello, anche se ovviamente si può sempre migliorare, ma aspettiamo di valutare bene tutti i componenti della rosa”.
SULLO SLOGAN DI QUEST’ANNO – Dobbiamo essere una squadra equilibrata e sempre alla ricerca della vittoria. Lo slogan di quest’anno sarà ‘difendere bene, attaccare benissimo’”. E’ molto importante anche cosa si ha dentro, il fuoco e la voglia. Dobbiamo sentire il giglio dentro al petto”.
SULLO SPEZIA – “In questi anni abbiamo fatto la storia. Se c’è stata una persona che avuto rispetto per la piazza quella si chiama Vincenzo Italiano. Abbiamo ottenuto risultati allucinanti. Un pubblico che per la prima volta nella sua storia è stato promosso in Serie A deve aver sofferto molto. Non ho mai fatto mancare una parola nei loro confronti. Ho visto molte persone deluse e arrabbiate. Nel mese di gennaio io e i miei ragazzi siamo stati abbandonati, ci siamo dovuti rimboccare le maniche. In quel frangente diventi un fenomeno, un mito, salvo poi dimenticarsene. Credo che il mio affetto per quella maglia rimarrà per sempre”.
SU GONZALEZ – “E’ un giocatore che vince la Copa America, spesso da titolare nell’Argentina. E’ un calciatore forte e di qualità, sarà una freccia importante per questa squadra nel tridente. Ha un bel mancino, grande fisicità e si sacrifica spesso per la squadra. La Fiorentina ha fatto un grande acquisto”.
SU VLAHOVIC – “E’ un attaccante straordinario, ha una fame incredibile. Cercherò di sfruttare al meglio le sue caratteristiche, chiedo a lui come a tutti i ragazzi grande disponibilità e sacrificio. Sono convinto che nei prossimi anni diventerà un attaccante di valore assoluto”.
SU COMMISSO – “Il presidente è stato simpaticissimo. Mi ha detto: “Tu sei Italiano, siciliano e tedesco tutti insieme”. Mi ha chiesto cosa volessi essere e gli ho risposto: “Diventare un allenatore importante per questa squadra, questa maglia e questa città””.
SU AMRABAT – “E’ un centrocampista come lo ero io, ogni tanto mi dicevano che non potevo giocare in un certo sistema e tante altre cose. Negli anni avevo cercato di essere sempre funzionale a ciò che chiedeva l’allenatore. Reputo Amrabat un giocatore forte e con determinate caratteristiche. Ha una grande forza e un grande carattere, ma in Serie A tutti devono saper fare tante cose e tanti ruoli”.
SULLA DIFESA – “Ho sempre giocato a 4. Voglio che la mia squadra non faccia avvicinare gli avversari agli ultimi 16 metri. Basta leggere i nomi per capire che abbiamo dei difensori di livello. Mi auguro di farla diventare di altissimo livello, coraggiosa e senza paura di osare”.
SUL CALENDARIO – “Ogni partita è difficile, dalla prima all’ultima. Quest’anno 12 squadre hanno cambiato allenatore, perciò molte altre squadre potranno avere le nostre stesse difficoltà. Alcune squadre ci mettono molto tempo per ricercare l’identità che noi cerchiamo di trovare, dovremo essere veloci. Prepareremo tutte le partite allo stesso modo, come fossero finali di Champions League”.
SU PULGAR – “E’ un giocatore importante, quando tornerà dalla Nazionale ci parlerò. Ho bisogno di un giocatore di personalità e che abbia voglia di tenere la palla tra i piedi. Valutiamo tutti i ragazzi della rosa, poi vedremo il da farsi”.
SU RIBERY – Se mi sarebbe piaciuto allenarlo? Franck è un campione, lo dimostrano i trofei vinti e la sua carriera. Ha dato molto a tutte le squadre, compresa la Fiorentina. Il suo addio è stato deciso dalla società, dopo il mio arrivo. Per quanto mi riguarda, vedendolo in tv, è stato un calciatore straordinario”.
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