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Fiorentina-Inter da Oscar, Abisso meno: rigore inesistente nel finale, Var e veleni

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti - Foto Antonio Fraioli

Nella notte degli Oscar, al Franchi Fiorentina e Inter impattano sul 3-3 dopo un match che sembra frutto di una regia sadica da entrambe le parti, anche se l’episodio più clamoroso è quello finale: un vero e proprio thriller, i nerazzurri feriti in extremis e un solo colpevole, l’arbitro Rosario Abisso di Palermo che non riesce a sconfessare se stesso davanti a un monitor. Petto di D’Ambrosio in area trasformato in un tocco di mano, chiamata all’on field review da parte di Micheal Fabbri che non convince il direttore di gara e pareggio al 100′ firmato da Veretout, che probabilmente mai avrebbe creduto nel momento in cui sistemava il pallone sul dischetto di avere la possibilità di calciare realmente quel penalty.

Premio al peggior attore protagonista a Rosario Abisso di Palermo. Il giovane arbitro siciliano deve fare i conti con una partita difficilissima e ricca di episodi, coadiuvato dagli ottimi interventi del Var Fabbri, che in due occasioni indirizza bene il collega: prima nell’episodio del rigore concesso all’Inter per mani di Edimilson, quindi nel momento del gol annullato alla Fiorentina per il fallo di Muriel sul tiro di Biraghi. Al 96′ c’è l’ultima palla per il pareggio viola e arriva l’abbaglio che non può essere perdonato: D’Ambrosio subisce fallo da Chiesa, poi devia col petto un cross dello stesso 25 viola e si vede assegnato contro un calcio di rigore per fallo di mano che sembra realmente inesistente. Viene in soccorso ancora una volta la tecnologia, ma l’arbitro palermitano preferisce l’analogico e conferma la propria decisione presa sul campo, sfortunatamente per lui assolutamente errata. Finisce 3-3, finisce tra veleni e polemiche simili, se non superiori, a quelle dell’era pre-Var. Premio al miglior attore non protagonista, invece, al Var Micheal Fabbri: dopo una performance di spessore, con due interventi cruciali a supporto di Abisso che aveva preso la decisione opposta ed errata, il ravennate viene inspiegabilmente messo da parte nel finale. Nonostante la terza chiamata decisiva per sanare un errore commesso dal collega, in un finale coinvolgente e caotico finisce per essere silenziato da chi ha deciso, evidentemente, di accentrare su di sé tutto il potere decisionale a un passo dai titoli di coda.

Premio alla miglior sceneggiatura a Luis Muriel: entra in campo, contribuisce con il suo fallo all’annullamento del gol di Biraghi, poi fulmina Handanovic con una meravigliosa punizione. Tutto in mezzora, cambiano i ritmi col suo ingresso in campo in un finale indirizzato dal colombiano che torna a segnare dopo tre turni a riposo, riapre i giochi e spinge i toscani a un tentativo di rimonta concretizzato poi all’ultimo respiro nel modo meno preventivabile. Premio ai migliori effetti speciali, infine, al vento di Firenze, che soffia verso la porta nerazzurra la punizione comunque meravigliosa di Muriel, che altrimenti, forse, non avrebbe trovato un Handanovic leggermente indeciso su un tiro indirizzato sul suo palo.

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