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Rocco Commisso ha concesso un’intervista a ‘Tutti convocati’, illustrando le sue nuove abitudini in quarantena, negli Stati Uniti d’America, e offrendo vari focus sulla Fiorentina, società da lui gestita. Di seguito le parole d’esordio del patron viola: “Qui in America eravamo più preparati rispetto all’Italia quando tutto è iniziato. Adesso però a New York le cose non vanno molto bene. Sono in casa da tre settimane con mia moglie e mia figlia, come i fiorentini a Firenze: mio figlio è lì ed è chiuso in casa. Lavoriamo comunque ogni giorno per la Fiorentina e per il futuro del calcio“.
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In seguito Commisso ha raccontato la situazione fra le mura amiche, ovvero a Firenze, metaforicamente casa sua dal 2019, anno di acquisizione della compagine toscana: “Noi abbiamo avuto dei casi tra i giocatori e tra altri dipendenti nella parte medica e sono stati in ospedale. Umanamente siamo tutti più vicini, più forti, ci vogliamo tutti più bene. So che i giocatori vorrebbero andar fuori e giocare e lo capisco. Per il bene del calcio sarebbe bene che questa stagione venga portata a termine e lo spero, ma la salute viene prima del business. Il calcio è bello, ma la povera gente in Italia ha altro nella mente e nel cuore. Nella Fiorentina con i sacrifici che abbiamo fatto siamo più vicini. Ho parlato con quasi tutti, ogni giorno cerco di farmi sentire con loro e di supportarli in ogni momento“.
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