“Cosa fare con la stagione di Serie A? Il punto interrogativo è che nessuno sa come andrà a finire l’emergenza sanitaria. Oggi quello che so è che non giocheremo una partita prima del 20 di maggio“. Queste le parole del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ai microfoni di ‘Espn Fc radio’. Sono tanti gli interrogativi sull’eventuale ripresa del campionato di Serie A e sono tante anche le preoccupazioni, come dichiara lo stesso patron viola: “Come possiamo fare tredici partite in un mese e mezzo? Il punto rimane che non so cosa succederà nei prossimi 30 giorni, potrebbe anche arrivare un altro decreto governativo che vieta gli allenamenti. E abbiamo bisogno di allenarci due-tre settimane prima della prima partita. Se il governo dice che non possiamo allenarci a inizio maggio come possiamo riprendere a giocare? Nelle prossime due settimane la situazione potrebbe migliorare, ma se non sarà così non credo che si giocherà. Potrebbe anche peggiorare e allora in quel caso sicuramente non si giocherà. Per me la priorità è la salute dei giocatori, dei dipendenti e di tutte le persone che lavorano per la Fiorentina, poi il calcio arriva dopo. Non ho però una risposta certa su quando si potrà riprendere”.
Commisso ha anche analizzato il modo in cui la Lega di Serie A si sta occupando dell’emergenza di COVID-19, preoccupandosi del tempo che ci sta mettendo la stessa Lega con le altre componenti calcistiche a prendere delle decisione ferme: “Il sistema calcio in Italia è molto diverso da quello degli Stati Uniti, in cui come per gli altri sport c’è un ‘commissioner’ che prende decisioni immediate. In Italia non è così, ci sono molte riunioni e spesso le decisioni non arrivano o non arrivano in tempi rapidi. Non sono ancora stato a una riunione, partecipa il nostro dg viola Joe Barone. Non è semplice fare le cose in Italia, non come mi aspettavo perlomeno. Il che vale per tutto: dalle regole per il calciomercato al futuro del calcio italiano, a come ridurre la distanza dalle altre leghe europee. Una delle cose che più mi interessa è costruire uno stadio a Firenze, ma anche questo non è affatto semplice come credevo“. Il proprietario della Fiorentina ha anche parlato della possibile riduzione degli stipendi dei calciatori: “Nel mondo del calcio abbiamo incassi che possono variare, ma costi fissi. Il nostro prodotto principale sono le partite e in questo momento non possono essere giocate, quindi il prodotto per ora non viene venduto e in qualche modo dobbiamo comunque pagarne le conseguenze. Dal punto di vista dei costi, si tratta di mantenere l’integrità e il futuro del calcio in Italia. Se non ci sarà un aiuto che arriverà dallo Stato o dai giocatori, attraverso il taglio degli stipendi, molti club rischiano di non farcela. In altri settori, come ad esempio quello alberghiero, se in questo periodo si è chiusi i dipendenti vanno in cassa integrazione. Vedremo cosa succederà nel calcio, ci sono delle trattative in corso e si vedrà quale sarà la soluzione migliore”.