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“I primi due anni sono stati “difficili, tosti, complessi. Volevamo fare tutto ‘fast, fast’: nuovo stadio, nuovo centro sportivo, una squadra all’altezza della bellezza di Firenze. Il Covid ha complicato tutto ma il cammino adesso è ben delineato“. Joe Barone, direttore generale viola, racconta gli ultimi anni di gestione Fiorentina. La squadra di Vincenzo Italiano è al quinto posto davanti a Roma e Juventus. Un tecnisco scelto rapidamente dopo il rifiuto di Gattuso, il designato iniziale: “La tempesta perfetta – scherza il Dg in un’intervista a ‘La Repubblica’ – Italiano ha portato idee di gioco propositive e avvolgenti, la squadra ha risposto mettendosi a disposizione e dimostrando che poi non era così scarsa rispetto a un anno fa. Il mister gioca alto, pressa, propone. Un tipo di calcio alla Zeman, oppure come il Lipsia. Esattamente quello che cercavamo come profilo”. E la società è pronta a sostenerlo anche con dei rinforzi. “Sappiamo cosa fare a gennaio, stiamo lavorando da tempo. Seguiamo Ikoné, ci piace e sarebbe l’ideale per il nostro gioco. Vlahovic? È un professionista serio, su questo non posso dire niente e io ho anche un buon rapporto con lui”.
Ma al centro del dibattito c’è sempre il futuro di Vlahovic: “Gli abbiamo proposto il rinnovo, il più alto di sempre nella storia della Fiorentina – prosegue Barone a proposito dell’attaccante serbo, in scadenza nel 2023 – L’abbiamo fatto più volte e sia lui che il procuratore ci hanno fatto capire che non vogliono accettare. A oggi è un giocatore della Fiorentina. Non posso sapere quel che accadrà in futuro. Però una cosa voglio dirla: questo è un gruppo, compatto e forte. Vlahovic è uno dei suoi componenti”. Una delle battaglie di Commisso e della Fiorentina è quella per arginare i procuratori (“oggi il mercato è totalmente controllato da loro, ci vogliono regole chiare, precise, che tutti devono rispettare”) e anche a livello di governance del calcio italiano “qualcosa deve cambiare. Chiediamo più trasparenza“. E per il 2022 un doppio auspicio: “inaugurare il Viola Park e tornare in Europa. Mi immagino una Fiorentina molto competitiva, deve riprendersi il posto tra le squadre che contano”.
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