La proposta di modifica statutaria attribuisce alla Lega di A “un’autonomia ben maggiore rispetto a quella individuata nel più volte richiamato modello Premier League”. Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina nel suo discorso durante l’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto. Il numero 1 del calcio italiano afferma di essere “dalla parte di chi vuole parlare e spiegarsi, di chi predilige i contenuti ai semplici slogan e di chi rifiuta l’arroganza per principio, con convinzione”. Secondo Gravina “abbiamo assistito a riunioni ufficiali e non nelle quali il linguaggio, se non addirittura i concetti espressi, non si sono ispirati ad alcun tipo di fair play. È avvenuto di peggio: un avversario in campo, seppure in quello della politica federale, è diventato bersaglio di infamie e dossieraggi, ma diamo tempo al tempo, perché si esprimeranno presto gli organi competenti”, ha aggiunto.
Poi un messaggio alla politica: “Abbiamo apprezzato molto l’attenzione di chi si è interessato alle richieste della Lega di A legate a esercizi matematici di un punto in più o meno di rappresentanza, ma avremmo apprezzato ancora di più se l’esercizio di tale tenacia fosse stato finalizzato a riconoscere finalmente le vere esigenze del calcio italiano, che da più tempo mi impegno a rivendicare”. E nei dettagli: “Tax Credit, percentuale sulle scommesse da investire in vivai e impianti, sponsorizzazioni da Betting, pieno adeguamento della legislazione sull’apprendistato e semplificazione burocratica per la realizzazione e ammodernamento delle infrastrutture. Sono queste le problematiche da affrontare con urgenza e che il mondo della politica deve contribuire a risolvere”, ha aggiunto Gravina.
“Premetto che si deve essere consapevoli che il 34% dei voti assembleari e gli 8 consiglieri federali su 20, perché il ventunesimo spetta al presidente federale, attribuiti nel vigente statuto al mondo professionistico rappresentino un riconoscimento ben maggiore rispetto all’attenzione riservata allo stesso mondo professionistico nei principali paesi europei. In particolare: Inghilterra: 13,9 % di voti assembleari e 2 consiglieri su 10; Spagna: 14,4 % di voti assembleari e 2 consiglieri su 13; Germania: 28,2% di voti assembleari e 4 consiglieri su 15. Di contro, il peso riconosciuto al mondo dilettantistico è pari a: 66,9% in Inghilterra; 43,2% in Spagna; 53,4 % in Germania. Pur a fronte di tali dati, si è ritenuto, all’art. 20 e 26, di attribuire alla componente professionistica il 36% dei voti assembleari ed un numero di consiglieri federali che passa da 7 a 8, rendendola così maggioritaria rispetto alla componente dilettantistica che rimane al 34%. Rimangono rispettivamente al 20% e al 10% calciatori e allenatori, così come previsto dal legislatore con il quinto comma dell’art. 16 del d.l. 242/1999″, ha ricordato Gravina.
Di conseguenza, secondo il numero 1 di via Allegri, “la giusta alchimia sta nel rapporto ottimale tra i professionisti e i volontari. Quindi, lo ribadisco, qualunque espansione di sovranità per una delle due componenti comporta una corrispondente riduzione per un altro. Per questo abbiamo agito con responsabilità, ben consapevoli che una piramide rovesciata, dove i pochi finissero per contare più dei molti, non sarebbe più il simbolo della sussidiarietà e dell’autogoverno degli sportivi, ma solo la giungla dei più forti”.