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Subire un grave infortunio, tornare in un momento tormentato della stagione senza un ruolo definito, mentre le paure per le ricadute affollano una mente tutt’altro che libera. Federico Chiesa ha ancora bisogno di tempo in un momento in cui la Juventus di tempo ne ha poco. “Federico è un giocatore straordinario, che può risolvere la partita in qualsiasi momento, ma viene da dieci mesi di inattività . Ritrovare l’equilibrio non è facile“, ha detto il tecnico Massimiliano Allegri alla vigilia della partita esterna contro il Bologna. Angel Di Maria non figura nella lista dei convocati a causa di un trauma contusivo alla caviglia destra e per Chiesa si aprono le porte di una chance dal 1′. A differenza dell’impegno con l’Inter in Coppa Italia, non sarà schierato da falso nove ma dovrebbe agire da seconda punta in compagnia di Milik. C’è da risolvere l’equivoco tattico: esterno o punta. Nel 2022 si sbilanciò: “Ruolo preferito? Esterno”. Stavolta però la Juventus ha esigenze diverse. Per lui in ogni caso il Bologna non è un avversario come un altro. Chiesa ha segnato sei gol in otto sfide di Serie A contro i rossoblù, almeno due reti in più rispetto a qualsiasi altra avversaria affrontata nel massimo campionato. Numeri eloquenti, che spingono il jolly d’attacco in campo in una gara cruciale e da non sbagliare. Solo panchina per Dusan Vlahovic che ha segnato in ciascuna delle sue ultime quattro presenze contro il Bologna. L’attaccante serbo, come Chiesa, deve lasciarsi alle spalle un periodo negativo di risultati. Il digiuno di 10 partite in Serie A è un macigno per il morale di un attaccante che negli ultimi mesi ha dovuto fare i conti con lo spettro pubalgia. Infine c’è Paul Pogba, cinque presenze complessive tenendo in considerazione tutte le competizioni. Troppo poco, ma ci sono nove (e forse 10) partite per cambiare il verso della stagione del 7, del 9 e del 10. Bologna è la prima tappa per scacciare l’inquietudine delle tre star.
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