Scherzando dopo una vittoria, Josè Mourinho disse che Wladimiro Falcone meriterebbe il “premio Yashin” per come da “grande romanista” gioca contro la Roma. Il diretto interessato ci ha scherzato su visto che non ha mai nascosto la sua fede giallorossa e a pochi giorni da Lecce-Roma, una “partita speciale”, così l’ha definita, ha ribadito le emozioni particolari che si vivono in famiglia: “Sono nato e cresciuto a Roma, i miei sono romanisti ed era inevitabile il mio tifo per la Roma – ha rivelato a Dazn -. Quando gioco contro la Roma la mia famiglia spera sempre che vinca la Roma e per una giornata tifa contro di me. Per me è sempre una partita speciale perché è la squadra del mio cuore”. Rivelazione della scorsa stagione, un anno fa Falcone si è guadagnato la prima chiamata con la nazionale maggiore in occasione della sfida contro l’Inghilterra. Spalletti non l’ha mai chiamato, ma lo osserva attentamente. L’Europeo sembra una possibilità lontana, ma Falcone spera in un gran finale di stagione per aggiungersi a Provedel, Carnesecchi e Meret nella corsa al posto di terzo portiere alle spalle degli intoccabili Donnarumma e Vicario. Il rush finale dopo la sosta parte dalla Roma, la sua squadra del cuore, quella che più volte ha messo in difficoltà , con tanto di rigore parato (l’unico in Serie A a riuscirci) a Romelu Lukaku nella partita di andata. I numeri parlano chiaro. Come si legge negli insights pubblicati dalla Lega Serie A, Falcone – oltre ad essere uno dei due portieri del campionato sempre presenti tra i pali – è l’estremo difensore che ha effettuato più parate (97) e quello che vanta il maggior numero di interventi su tiri tentati da dentro l’area di rigore (68) in questa stagione in Italia.
I numeri promuovono però anche il suo rivale per una notte, Mile Svilar: il portiere romanista da quando ha conquistato il posto da titolare (25esima giornata) sotto la gestione De Rossi ha effettuato 22 parate (nessuno ne ha fatte di più) e si è calato perfettamente nella parte di una Roma intenzionata a costruire con qualità dal basso. Nello stesso periodo, infatti, solo l’interista Sommer (184) ha completato più passaggi di Svilar (168) tra i portieri della Serie A. L’ex Benfica è un po’ il simbolo dell’avvento di De Rossi e al tecnico di Ostia è legato anche nel destino. Sia l’allenatore che il portiere sembravano essere due soluzioni di transizione fino ad un investimento diverso a giugno, ma entrambi stanno rafforzando la loro candidatura per le prossime stagioni. Se De Rossi punta ad essere il tecnico del futuro, Svilar aspira a difendere la porta romanista per tanti anni. In poche settimane (con tre rigori parati tra la serie col Feyenoord e la Fiorentina) il classe 1999 ha convinto tutti, anche il Ct della Serbia, Dragan Stojković, che l’ha inserito tra i pre-convocati dell’ultima sosta. Alla fine però al ritiro della nazionale Mile non si è visto. Secondo i media serbi, Svilar, forte del doppio passaporto, preferirebbe il Belgio, ma non sono esclusi ripensamenti. Una situazione dai contorni ancora non definiti che ora lascia spazio al campo. L’obiettivo nell’immediato è la qualificazione in Champions e il cammino della Roma riprenderà da Lecce, dove ad attendere Svilar c’è la sfida nella sfida con un romanista che per una notte dimenticherà la fede di una vita.