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“Bisogna giocare anche se ci si ammala. Bisogna riprendere come hanno fatto in Germania, senza quarantena ma isolando singolarmente i casi di positività . Senza tifosi non saranno partite vere”. Questo il pensiero di Fabio Capello, che ha rilasciato un’interessante intervista a Libero nella quale ha sottolineato come sia necessario ripartire seguendo il modello della Germania, nonostante la pandemia di coronavirus non abbia ancora abbandonato il territorio italiano: “L’importante è ricominciare. Troppo breve, però, il tempo tra la ripresa degli allenamenti e le gare, soprattutto per i calciatori fermi da due mesi. Porte chiuse? Non saranno gare vere, mancherà il calore del pubblico. Molti club soffriranno. La quarantena di gruppo in caso di positività di un calciatore va esclusa. Non si può fermare l’intero gruppo qualora dovesse esserci un contagiato: l’unica soluzione è allontanare il positivo e sottoporre tutti gli altri al tampone”.
L’ex allenatore di Milan e Juventus tra le altre ha parlato anche dell’avventura alla guida dei bianconeri e dello scandalo Calciopoli: “Basta pensare alla finale Mondiale di Berlino del 2006, alla composizione della squadra azzurra che conquistò il titolo, per capire che eravamo i migliori e abbiamo vinto sul campo meritatamente”.
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