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“Durante il lockdown ho studiato per prendere la maturità Geometri. Voglio il diploma perché quando smetterò di giocare sogno di iscrivermi all’Università, ad Architettura: la mia idea è progettare centri di allenamento per il calcio che siano funzionali a staff, giocatori e società”. Le belle ambizioni di Fabio Borini, attaccante reduce da dei buoni mesi al Verona dopo essere finito ai margini del progetto Milan, si scontrano con la realtà dei fatti: a luglio era in campo a giocare la Serie A nel post lockdown e i calendari degli esami da privatista non hanno avuto pietà.
Borini spiega cosa è successo e come sia praticamente impossibile risolvere la situazione: “Il 2 luglio mi dicono che gli esami saranno il 10 luglio: io giocavo, avevo anche due trasferte. Mi hanno visto tutti! Il Verona manda una lettera in cui spiega che non posso assentarmi per inderogabili ragioni lavorative. Anche ad ipotizzare che le prove si svolgano nella settimana successiva a Ferragosto, in quel periodo tutti i docenti sono in ferie. La competenza alla formulazione del calendario delle prove preliminari è della scuola. Per me questo era l’anno buono, la prossima stagione non so dove giocherò, potrei essere anche all’estero, così è come se mi avessero bocciato senza fare l’esame”.
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