Uno dei derby più sentiti in Italia e nel mondo si avvicina: domenica alle ore 18, la Roma di Fonseca ospiterà la Lazio di Simone Inzaghi. In merito a quest’incontro la redazione di Sportface.it ha intervistato l’ex allenatore biancoceleste, Delio Rossi. Entrambe le squadre sono state eliminate dalla Coppa Italia in settimana, ed ora sono a caccia della vittoria: la Lazio a caccia della dodicesima vittoria consecutiva in campionato, la Roma che vuole difendere il quarto posto. “La Lazio sta andando leggermente sopra le aspettative, ma si sapeva che avrebbe fatto un campionato di livello – ha affermato Delio Rossi – Sono tre anni che hanno lo stesso allenatore, hanno rinforzato la squadra sulle carenze che avevano gli altri anni. È un ambiente compatto, stesso direttore sportivo, stesso presidente e quindi penso che fosse auspicabile tutto ciò”.
Lei è stato il primo a raggiungere la Champions nell’era Lotito. I biancocelesti saranno in grado di raggiungere questo risultato, per il quale lottano da tanti anni?
“Quest’anno non ci saranno problemi. La squadra ha preso consapevolezza delle proprie capacità e poi le annate molte volte sono decise da episodi. Quando vinci partite come quella di Cagliari o Brescia significa che è l’anno giusto”.
Si aspettava che Inzaghi potesse portare la Lazio così in alto?
“Più che aspettarmelo, me lo auguravo. Ho avuto tanti calciatori che ora sono allenatori, tra cui Simone. Non tutti fanno questo switch, questo cambio. A Simone invece gli va fatto un applauso per questo. Sicuramente le abilità calcistiche ce le aveva, però saper guidare una squadra, come sta facendo lui, non è da tutti. Gli va dato grande merito”.
Quale degli attuali giocatori della Lazio avrebbe voluto nella sua rosa e, al contrario, chi vedrebbe bene dei suoi ex calciatori nella rosa di Simone Inzaghi?
“Più di uno ne avrei voluto, anche perché la Lazio che allenavo io era meno talentuosa. Era una squadra diversa, all’inizio dell’era Lotito. Certi andavano bene, certi andavano male. Chi giocava bene veniva venduto, a differenza di adesso. Persone come Pandev o Lichtsteiner sono andati via. Un giocatore come Milinkovic-Savic non sarebbe potuto rimanere. Il serbo è un giocatore che mi piace in maniera particolare, ha tutto quello che deve avere un centrocampista”.
Vedere i biancocelesti nella parte alta della classifica sta facendo parlare molto. Soprattutto perché il distacco dal primo posto è di pochi punti e la Lazio ha una partita in meno da recuperare. Secondo lei riuscirà a mantenere questo ritmo e continuare a far sognare i tifosi fino all’ultimo come lo scudetto del 99/2000?
“La squadra di Eriksson era formata da grandissimi giocatori. La Lazio di adesso è una rosa organica. Ognuno ha talento, fisicità, ma quella di vent’anni aveva ancora più talento. Penso che sia giusto, però, che tu debba sognare, anche perché paradossalmente la Lazio è uscita dalle Coppe e questo gli darà sicuramente vantaggio. Alcune squadre saranno impegnate a giocare le competizioni europee, mentre la Lazio dovrà preparare una partita a settimana e sarà avvantaggiata. La storia, da diversi anni, dice che la Lazio gli altri anni faceva bene all’inizio, poi calava nel girone di ritorno, questo perché era sempre impegnata nelle coppe e non aveva una rosa che le poteva permette di tenere più competizioni. Quest’anno non ci sarà questo problema. Penso che arriverà fino in fondo. La Juventus ha qualcosa in più della Lazio, ma mai dire mai”.
Come descriverebbe il derby di Roma?
“Ogni derby ha una storia a sé. Non si può pensare che sia una partita con le altre, soprattutto in una città come quella di Roma, non è una partita semplice. Sono tre punti, ma non sono tre punti. Se lo vinci ti dà grande autostima, se lo perdi ti crea qualche problema. Se vai a segno due o tre partite, dopo aver perso il derby, e riesci a metterti nuovamente in carreggiata, agli occhi della gente resta il fatto che hai perso il derby. Viceversa, ti perdonano se perdi due o tre partite, o perdi qualche punto, dopo aver vinto il derby”.
La Roma sta dando prova che il suo allenatore anche se con poca esperienza in Serie A, sta costruendo un bel gruppo con una rosa ristretta, soprattutto a causa dei molti infortuni.
“Devo dire che Fonseca si è subito italianizzato. È diventato subito molto pratico. Noi viviamo un calcio molto più tattico rispetto agli altri campionati. Un calcio molto più cervellotico. Però sta facendo bene, specialmente perché non è facile allenare una squadra importante come la Roma. Gli va fatto un plauso”.
Un pronostico sulla partita di domenica e se pensa che questa partita possa essere il volano per la Lazio?
“La Lazio forse ci arriva da favorita. Di solito non era mai successo: o sei pari o sei sotto la Roma. Come capitava ai miei derby. Sarà una vera prova di maturità. Come ho detto prima, è una partita aperta a qualsiasi risultato. Non me la sento di fare un pronostico, però la Lazio, per come gioca e per l’ambiente che ha intorno, è la favorita”.