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Ventidue anni e 279 giorni. L’età media del Salisburgo era la più bassa della fase a gironi di Champions, quella che ha visto gli austriaci retrocedere allo spareggio di Europa League. La strada dei ragazzi terribili di Jaissle si incrocia ora con la Roma di Josè Mourinho, che nelle ultime cinque stagioni ha raggiunto in tre occasioni almeno una semifinale europea. La vittoria della Conference League è ancora nella mente dei giallorossi e la squadra capitolina sogna un altro percorso da ricordare in Europa. Il primo ostacolo è un Salisburgo che tra il 2021 e il 2022 in Champions ha segnato solo con calciatori under 23. “L’età non conta – spiega Mourinho alla vigilia -, ci sono calciatori di 21 anni che hanno già 15-20 presenze in Europa”. Ecco perché Mou non farà rivoluzioni alla Red Bull Arena stasera alle 18:45. Spazio ai migliori, con al massimo “uno o due cambi” in totale.
L’unica novità in realtà dovrebbe essere Celik, pronto a fare la sua comparsa sulla fascia destra. Per il resto difesa titolare con Mancini, Smalling e Ibanez a protezione di Rui Patricio. Cristante e Matic in mediana con Zalewski a sinistra. Nessun dubbio in attacco, dove toccherà a Dybala e Pellegrini alle spalle di Abraham. L’argentino, fresco di Mondiale, culla il sogno del primo trofeo europeo in carriera. Non ne ha mai vinto uno e la gara in Austria può essere una delle più importanti per lui nella sua esperienza romanista. La Joya intanto dribbla le domande sul futuro, fornendo però un assist dei suoi alla società: “Non so cosa accadrà a fine anno. Vorrei essere allenato da Mourinho, perché è uno dei migliori. Voglio vincere con la Roma e punto la qualificazione in Champions. Ora però penso solo alla partita di domani”. Tradotto: Mourinho resta tutt’ora il motivo di richiamo principale per i top player a Roma.
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