[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
“Se l’eleganza paga? Io sono così”. Si congeda così Paulo Fonseca. Lo ha detto alla vigilia del match contro l’Inter, in una conferenza stampa segnata dalle domande su Mourinho e sui rimpianti di una stagione che ha visto la Roma fallire gli appuntamenti nei big match. Il primo scontro diretto la Roma lo vince al derby, un 2-0 netto, senza discussioni, nel derby contro la Lazio nella penultima giornata di Serie A con le reti di Mkhitaryan e Pedro, due che sono mancati tanto nei momenti decisivi. Due anni di delusioni ma anche di una semifinale europea raggiunta, di vittorie entusiasmanti e di un gioco che fino al marzo di quest’anno sembrava in crescendo. Poi la Roma ha faticato, è diventata prevedibile e ha cambiato disposizione di gioco fin troppo tardi. Alla fine il ritorno alla difesa a 4 ha permesso ai giallorossi di collezionare qualche buona prova: contro lo United al ritorno e il successo nel derby, segnato da un primo tempo equilibrato e da una ripresa dominata dai giallorossi. Ma i meriti di Fonseca non sono pochi, come gli alibi il cui confine con le colpe però è sottile. Troppi gli infortuni muscolari (anche oggi, tre), decisiva un’assenza: quella di Nicolò Zaniolo per tutta la stagione. Ma i meriti sono le soluzioni trovate: Karsdorp è rigenerato ed è un titolare inamovibile, la fiducia a Villar ha consegnato alla Roma un giocatore di talento, lo spazio a Darboe permette alla Roma di scoprire un talento dalla Primavera di De Rossi. E poi c’è lo stile, che esula dai risultati e che sarà il marchio di fabbrica di Paulo Fonseca negli annali di storia, la prima caratteristica che tutti i tifosi richiameranno alla memoria quando sentiranno il suo nome. E’ stato il primo in Italia a concludere la stagione con il nome del successore già annunciato: Josè Mourinho, e che nome. Non si è mai scomposto, non ha mai rimproverato nulla alla società e si è sempre detto pronto a fornire consigli al connazionale che si è congratulato: “Complimenti a Fonseca”, ha scritto dopo la vittoria nel derby. La Serie A e la Roma escono arricchite dall’avventura dell’ex Shakhtar. Sarà la Roma di Mourinho. E se c’è qualche certezza in più, è anche perché c’è stata la Roma di Fonseca.
[the_ad id=”248876″]
[the_ad id=”676180″]