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“Se mi girano, vado ad allenare in Kuwait“. Si era sfogato Gennaro Gattuso dopo la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, la “quarta in quattro anni”, come ha tenuto a specificare l’ex tecnico del Milan. Le voci sulle dimissioni (“Mi sono dimesso solo al Milan, ora non c’è motivo”) e sulla sfiducia della società (fiducia in realtà confermata pubblicamente) lo hanno ferito. Eppure il suo Napoli, seppur timidamente, è ripartito. Lo ha fatto con una prestazione solida ma poco spumeggiante. Basta per battere 2-0 un Parma che continua a non convincere. Con tante seconde linee in campo, per risparmiare le energie in vista di un febbraio di fuoco, il Napoli si porta a quota trentasette punti in classifica. E sono proprio due calciatori poco impiegati fin qui a decidere la vittoria: prima una magia di Elmas, poi il sigillo finale di Politano.
Per il resto, le statistiche parlano chiaro. Un solo tiro in porta del Parma in quasi 90′ e Ospina inoperoso. La squadra di D’Aversa tiene bene il campo, non si disunisce mai ma è poco, troppo poco pericoloso in fase offensiva. Il Parma non vince da 11 gare di Serie A e non ha mai fatto peggio nella sua storia nella competizione. Sul fronte Napoli, ci sono i rimpianti per un girone di andata che avrebbe potuto essere migliore ma anche il sollievo di essere ancora in corsa per obiettivi ambiziosi. Un anno fa, a parità di partite giocate, il Napoli aveva tredici punti in meno. E se uno dei giocatori più discussi in queste settimane è stato Lorenzo Insigne per quel rigore sbagliato in Supercoppa, allora forse sul Napoli si è esagerato con la narrazione della crisi. A Lorenzo manca infatti manca un solo gol per andare in doppia cifra per la quarta stagione consecutiva. Solo Antonio Vojak (cinque) e Attila Sallustro (quattro) ci sono riusciti prima (statistiche Lega Serie A). “Fate notare solo le cose negative, mai quelle positive“, aveva sempre detto Gattuso. Che a questo punto forse non ha tutti i torti.
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