
La situazione in casa Juventus si fa sempre più pesante. Il doppio crollo contro Atalanta e Fiorentina, condito da sette gol incassati e zero segnati, ha aperto, o meglio confermato, ufficialmente la crisi.
Thiago Motta, che sembrava saldo, ora vacilla: la fiducia della dirigenza c’è – almeno a parole – ma la sensazione è che tutto sia in discussione. Lo spogliatoio è freddo, il gioco non c’è e, cosa più grave, la qualificazione alla prossima Champions League è seriamente a rischio. Senza l’accesso alla massima competizione europea, i conti bianconeri rischiano di precipitare. L’assenza degli introiti UEFA, stimati in circa 50 milioni di euro tra premi e diritti TV, sarebbe un colpo durissimo.
Il club si ritroverebbe costretto a vendere pezzi pregiati e a ridimensionare drasticamente gli obiettivi. Inoltre, c’è il nodo allenatore: Thiago Motta ha perso feeling con squadra e ambiente e l’idea di un addio a fine stagione è sempre più concreta, ma esonerarlo , tra lui e il suo staff, prima potrebbe costare quasi 20 milioni. Nel frattempo, nomi come Roberto Mancini e Cesare Prandelli ronzano attorno alla panchina, ma nessuno convince fino in fondo. A pesare, più di ogni altra cosa, sono sì i risultati, ma soprattutto la mancanza di identità: se il trend non si inverte, la Juventus rischia il vero disastro e senza Champions, sarà tempesta vera.
Elkann fa fuori i pezzi da 90, rivoluzione Juve
La Juventus è in bilico su un filo sottilissimo. Non solo sportivamente, ma anche, e soprattutto, economicamente. Ad oggi i bianconeri sarebbero fuori dalla prossima Champions League, e le conseguenze sarebbero devastanti. John Elkann ha perso la pazienza e ha alzato il telefono, convocando un incontro di emergenza con i vertici del club: Scanavino, Giuntoli e Thiago Motta saranno chiamati a rispondere del disastro in corso. Nei piani alti di Exor non si ammettono scivoloni e il diktat è chiaro: senza Champions scoppierà la bomba.

In soldoni ci saranno cessioni eccellenti, mercato bloccato e rinnovi congelati. A rischio ci sono i prolungamenti di Gattie McKennie, i riscatti di Conceiçao e Kalulu (troppo onerosi) e perfino la permanenza di Kolo Muani, che potrebbe essere confermato solo con un nuovo prestito. Ma la vera notizia è il possibile addio di Vlahovic, Cambiaso e persino del gioiellino Yildiz, pedine sacrificabili per tappare il buco finanziario. Giuntoli e Motta, protagonisti annunciati della rinascita, rischiano di passare alla storia come gli artefici del naufragio. E se la rotta non cambia subito, Torino dovrà prepararsi a un’estate bollente, fatta di addii dolorosi e conti da sistemare col bisturi.