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Caos. Anche se la squadra è pienamente in corsa per i suoi obiettivi in campionato, con un piazzamento ben più allettante di quello pronosticato ad inizio anno. Succede a Roma dove Paulo Fonseca è in discussione da una settimana nonostante il terzo posto e i soli sei punti di distanza dal Milan capolista. Una settimana per cambiare narrazioni e orizzonti. E un derby come punto di svolta. Prima di essere dominati dalla Lazio, la Roma era per molti iscritta alla corsa Scudetto. Dopo il 3-0 senza storie, Fonseca è tornato in discussione, a maggior ragione dopo la figuraccia in Coppa Italia. Sia sul campo con la sconfitta per 4-2 ai supplementari in nove uomini. E sia per il secondo scivolone regolamentare (solo in parte del tecnico) che costa il secondo 3-0 a tavolino. Se non è record, poco ci manca. L’episodio è costato la testa a team manager e Chief Global Sporting Officer. Ma la mossa dei Friedkin è chiara, almeno per il momento. Fiducia all’allenatore, confermata da Tiago Pinto che al fianco del connazionale ha trascorso l’intero riscaldamento del capitolo 2 di Roma-Spezia.
Dramma con lieto fine all’Olimpico. Senza Edin Dzeko, ufficialmente out per una contusione ma in realtà in rotta col tecnico. Borja Mayoral trascina i giallorossi, Pellegrini la prende per mano nei momenti più difficili con fascia da capitano al braccio. In 35 anni degli ultimi 40 la Roma ha avuto un capitano nato a Roma. E la tentazione di tornare alle origini sembra essere di nuovo viva. Ma come risolvere il problema Dzeko a pochi giorni dalla fine del mercato? Juventus e Inter sono interessate ma per motivi diversi poco spinte ad affondare il colpo mentre l’ingaggio del bosniaco rende difficile un accordo in extremis. Ma soprattutto, quali alternative? Poche, e in ogni caso non al livello di Dzeko, terzo in solitaria nella storia dei migliori marcatori giallorossi. Fonseca e Dzeko come Gasperini e Gomez è una soluzione impraticabile. Oltre Reynolds ed El Shaarawy, il colpo di mercato più importante sarebbe anche la ricomposizione del caso. Una cosa è certa. La prima stagione dei Friedkin fin qui è stata una prova ad ostacoli, quasi un manuale per cogliere sfumature e difficoltà del calcio italiano. Un test però l’hanno già superato. La fiducia all’allenatore. L’ha concessa Giulini a Di Francesco dopo sei sconfitte consecutive. Non può non riceverla Fonseca per un terzo posto inaspettato e con un girone di andata migliore rispetto a quello della scorsa stagione.
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