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Due lampi di Vlahovic e Lautaro, poi Juventus e Inter si rispettano: derby d’Italia senza vincitori

Vlahovic e Chiesa
Vlahovic e Chiesa, Juventus, Inter - Foto LiveMedia/Tiziano Ballabio

Un lampo di Vlahovic su una bella azione in verticale dei bianconeri, sei minuti e il lampo è di Lautaro, anche in questo caso con una bellissima ripartenza coi tempi chirurgici dei nerazzurri. E così, il derby d’Italia è senza vincitori né vinti, Juventus e Inter si rispettano molto, forse anche un po’ troppo nella ripresa, e alla fine a sorridere, principalmente, sono Milan e Napoli che accorciano in classifica. Ma per lo scudetto, in realtà, questo pareggio fa emergere che sì, probabilmente sono le squadre di Allegri e Inzaghi ad avere qualcosina in più rispetto alle altre, a cominciare da una certa consapevolezza e soprattutto una solidità difensiva e la voglia matta di non perdere per non dare forza alla rivale diretta.

Nel primo tempo la Juve parte bene e la sblocca dopo una mezzora scarsa di ottima pressione e tanta personalità, quella che però ci mette l’Inter nel reagire nel giro di cinque minuti con una costruzione dal basso che parte da Sommer e che su una direttrice laterale arriva a Thuram che mette dentro per Lautaro. Botta e risposta tra i bomber, che assurgono al ruolo di protagonisti allo Stadium, almeno per quanto riguarda il primo tempo, visto che nella ripresa assistiamo a difese bunker, pochissime occasioni, tanti cross, i nerazzurri che esplorano le corsie ma non trovano grandi linee di passaggio per delle variazioni sul tema. Una delle squadre con più soluzioni, qualità e fisicità non riesce alla lunga a scardinare la muraglia della Vecchia Signora, che però nel finale quando prova ad alzare il baricentro fa un po’ di confusione. Ne viene fuori un 1-1 giusto, giustissimo per quanto visto, che non sposta di una virgola ogni discorso legato alla corsa scudetto. Un derby d’Italia, se vogliamo semplificare, durato appena sei minuti: dal 27′ al 33′, tutto il resto è noia, o comunque, pathos controllato. E Allegri mantiene l’imbattibilità casalinga, Inzaghi quella esterna. La corsa scudetto è solo agli inizi.

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