Con quattro giornate di anticipo e dopo tre anni, due di questi vissuti tra emozioni e bei ricordi, la Salernitana saluta la Serie A con l’obiettivo di tornare presto. Ma mai come in questo caso abbiamo assistito alla cronaca di una retrocessione annunciata al termine di una stagione disastrosa in cui tutto quello che si poteva sbagliare è stato sbagliato. Un’annata da incubo che ha sempre di più fatto inferocire la tifoseria granata, ambiziosa e spinta a esserlo dal patron Iervolino, che tanto bene aveva fatto da quando aveva rilevato da Lotito la società , e che in modo del tutto inversamente proporzionale ha dato lezioni di malagestione sotto ogni aspetto.
Una retrocessione che si concretizza a 360 gradi, che non è frutto del caso e che offusca persino la prima annata, quella che si è conclusa con lo 0-4 clamoroso in casa subito dall’Udinese, ma con la gioia maturata grazie all’harakiri del Cagliari. Poi, un anno di transizione, in cui è arrivata una salvezza tranquilla con tanto di striscia lunghissima senza sconfitte grazie a Paulo Sousa, riconfermato anche per questa stagione, in cui è rimasto Dia ma controvoglia, creando una serie di casi durante questi mesi, e in cui però gli acquisti esotici non hanno pagato. Insomma, è mancato forse un po’ di entusiasmo, e soprattutto c’è stata forse troppa fretta nel dare il benservito al tecnico portoghese, dopo otto partite senza vittorie, è vero.
Peccato, però, che ne siano arrivate appena due in tutta questa disastrata annata, Lazio e illusorio scontro diretto col Verona. Ottenute entrambe con Pippo Inzaghi chiamato a intervenire in corsa dopo diverse esperienze negative. E anche questa culmina con l’esonero, arrivato dopo l’arrivo di Walter Sabatini, richiamato dopo essere stato mandato via in malo modo. Al leggendario dirigente non è riuscito il miracolo e si è arrivati a un nuovo cambio di guida tecnica. Fabio Liverani non ha inciso e non è andato oltre un pareggio, quindi la soluzione interna con Stefano Colantuono, la cui precedente esperienza in A era sempre alla Salernitana nell’anno in cui poi ha lasciato – per fortuna – spazio a Davide Nicola. Insomma, quattro allenatori non sono bastati, un santone a governare il mercato nemmeno, una serie di acquisti tra cui quelli roboanti di Manolas e Boateng non evitano nemmeno che questa sia la squadra con la peggior difesa. E poi, le dichiarazioni improvvide di Iervolino contro gli arbitri: ci sarà un fondo di verità , ma non funzionano per spiegare l’ultimo posto con 15 punti in 34 giornate. Sarà un arrivederci a breve o media scadenza? Difficile dirlo: i tifosi contestano, sono delusi ma la rassegnazione ha già lenito alcune ferite, ora la proprietà sarà chiamata a ricostruire con un progetto chiaro e vincente per una piazza che merita la massima serie.