Una partita disastrosa, sciagurata, ingiustificabile. E proprio nella serata in cui servivano risposte dalla squadra, nella prima del post Ronaldo in cui bisognava dimostrare all’intero campionato che sì, si perde un campione, ma non gli equilibri complessivi. Probabilmente alla distanza sarà così, ma bisogna parlare del presente. E il presente dice che la Juventus non è stata in grado di battere l’Empoli. No, peggio: ha perso con i toscani, in casa, cosa mai successa. E dopo il 2-2 contro l’Udinese, che poteva essere rubricato alla voce “piccolo incidente di percorso”, arriva un tonfo davvero inaspettato che mette a nudo tantissimi problemi per la squadra di Allegri.
Per il tecnico toscano stasera era il momento giusto per una serie di esperimenti: da Danilo mediano a Dybala unica punta, passando per McKennie sul fronte offensivo. Non funziona nulla in un primo tempo in cui le occasioni arrivano solo dal piede caldo di Chiesa, ma in cui a passare in vantaggio sono i ragazzi di Andreazzoli con un gol da opportunista di Mancuso. Primo tempo chiuso sotto – e vabbè – anche l’Inter ventiquattrore fa aveva fatto lo stesso. Poi però l’aveva ribaltata con calma, qualità, innesti dalla panchina, consapevolezza dei propri mezzi. Tutto quello di cui questa Juventus, in questa fase della stagione, è priva, totalmente priva, e sconfitte come queste possono essere un’arma a doppio taglio. Ti buttano giù perché devi già inseguire le rivali, al contempo possono essere un gran campanello d’allarme per raddrizzare la barca prima che sia troppo tardi. La rosa è da scudetto anche senza Ronaldo, la condizione è deficitaria (per usare un eufemismo) e mancano i meccanismi di gioco che rendono tale una squadra. Ad Allegri – e ad Arrivabene e Cherubini sul mercato – il compito di fornire tutti gli strumenti per non andare incontro a un dramma sportivo.