Senza Renato Sanches, fermato dall’ennesimo problema muscolare, ma con Lukaku e Dybala, la Roma viaggia a Torino (domenica, ore 20:45) con l’obiettivo di risolvere il mal di trasferta. Josè Mourinho ha avuto pochi giorni per preparare la partita dopo il successo sullo Sheriff in Moldavia in Europa League e il tecnico si affida ai suoi interpreti offensivi per provare a battere un Toro reduce da due vittorie di fila. La Roma ha vinto solo una delle ultime dieci trasferte di Serie A e l’ultimo successo è arrivato proprio contro i granata lo scorso 8 aprile. A decidere quel match fu Paulo Dybala, pronto a fare coppia con Romelu Lukaku, che al Torino ha realizzato in carriera 4 gol e 3 assist e solo contro il Genoa (otto) il belga è stato coinvolto in più marcature in Serie A. In casa giallorossa c’è voglia di migliorare la classifica (4 punti) e di renderla più conforme alle statistiche. La Roma è la seconda miglior squadra del campionato per numero di tiri subiti (25, meno solo del Napoli a 24), mentre il Toro sulla carta è la seconda peggiore per numero di tiri effettuati nello specchio (9). Eppure, l’ottima partenza dei granata (7 punti) racconta uno scenario diverso.
Nelle ultime due gare la squadra di Juric ha realizzato 4 gol senza subirne. A Salerno Juric ha lasciato il possesso palla a Paulo Sousa, cercando più volte la soluzione lunga per Duvan Zapata (27 lanci contro i soli 10 della Salernitana). L’ex Atalanta è uno dei più attesi per questa partita. La Roma lo ha seguito in estate, ma ha poi preferito puntare su Lukaku, lasciando a Juric un centravanti che sembra perfetto per il suo gioco. L’attaccante colombiano è avanti nelle gerarchie rispetto a Sanabria e lo straordinario momento di forma di Radonjic (che con 3 reti in 4 gare ha già superato il numero di gol della scorsa stagione) rende inapplicabile per ora il modulo a due punte dal 1′. Per il resto, la difesa di Juric si conferma solida. Schuurs e Buongiorno sono le stelle, Rodriguez è l’usato sicuro. Risultato: due clean sheet di fila. L’obiettivo è il terzo successo consecutivo con porta inviolata, che manca addirittura dal 1992 con Mondonico in panchina. La fame di gol di Lukaku e la fantasia di Dybala i primi ostacoli.