Serie A

Da Riva a Kaka, fino a Dybala: una storia di ‘no’ e ribaltoni di mercato last minute

Kaka
Kaka - Foto VCG/IPA

La giornata era iniziata con circa una trentina di tifosi a caccia di un autografo e un selfie all’entrata di Trigoria e si è chiusa con quasi un centinaio di appassionati sotto la sua casa. Quella di Paulo Dybala, ovviamente, che rimanda il trasloco ad un futuro non definito, sicuramente non prossimo, perché il post instagram della serata di ieri non lascia spazio ad interpretazioni: “Ci vediamo domenica“. Tradotto: resto qui. L’offerta dell’Al-Qadisiyya – ricchissima al giocatore, meno alla Roma – è stata rifiutata. E il ‘no’ entra nell’album dei ribaltoni last minute, proprio quando ormai la cessione sembrava inevitabile.

GIGI RIVA E IL ‘NO’ ALLA JUVENTUS

Luglio 1973. Mentre il mondo seguiva col fiato sospeso gli sviluppi del rapimento John Paul Getty III, Cagliari veniva svegliata dai fuochi d’artificio. I tifosi hanno aspettato, i club telefonavano alle agenzie di stampa. E alla fine, a mezzanotte, la conferma: Gigi Riva non è stato venduto alla Juventus. Tutto saltato. “Quando Arrica, il mio presidente, scoprì che non andavo, non fu contento per niente. Ma non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto. Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra”, rivelò. All’indomani il Corriere della Sera scrisse: “E adesso chi darà al Cagliari i soldi e i mezzi che la società sarda non ha potuto procurarsi con la cessione di Riva?”. Si dice qualcosa di simile oggi anche per Dybala.

TOTTI ONE CLUB MAN: FLORENTINO GLI CHIESE LA MAGLIA

Nei Galacticos c’era posto anche per lui. E ci ha pensato, ovviamente, travolto dal fascino del Real Madrid. Alla fine il resto è storia: Francesco Totti chiuderà la carriera con una sola maglia, quella della sua squadra del cuore. C’è stato un momento in cui però è stato davvero vicino a cedere. Nel 2003, soprattutto, ma la telenovela si è trascinata fino al 2005, estate di due sì: a Ilary Blasi e alla sua Roma per il rinnovo a vita. Negli ultimi anni da calciatore anche un aneddoto legato a Florentino Perez: “Ha voluto la mia maglietta a tutti i costi, con una dedica diversa da quelle che si fanno di solito. Mi ha chiesto lui di scrivere: ‘L’unico giocatore che mi ha detto di no al Real Madrid’”.

KAKA SI AFFACCIA DALLA FINESTRA: NIENTE CITY

Una delle giornate più lunghe dei tifosi milanisti: il Manchester City che sbarca a Milano con oltre 100 milioni di euro e Kakà nel mirino. Era tutto fatto: poi l’affetto dei tifosi, l’intervento di Silvio Berlusconi e naturalmente la decisione finale del brasiliano. La foto simbolo di quel gennaio di calciomercato fu scattata intorno alle 20:00: Kakà si affaccia dalla finestra, battendosi il pugno sul petto e salutando i tifosi. Un addio? Poco dopo un nuovo saluto con la maglia del Milan in mano. L’epopea del Manchester City iniziò in quei mesi, ma senza il Pallone d’oro brasiliano.

ANTONIO DI NATALE, NIENTE SALTO ALLA JUVE

Totò Di Natale è il sesto miglior marcatore della storia della Serie A e ha superato gente come Baggio e Del Piero rimanendo per tutta la carriera in provincia, prima all’Empoli e poi all’Udinese. La grande opportunità si presentò nel 2010, ma rifiutò: “Le mie scelte sono sempre state di cuore e di testa, mai di soldi. Alla Juve ne avrei avuti tanti, poi in una società così importante. Ma la mia priorità era la mia famiglia e volevo chiudere la carriera a Udine, ringraziai la Juve attraverso il mio agente e in pochi minuti fu tutto risolto”.

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