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Si può imputare ad un calciatore che ha cambiato più di venti allenatori di non aver fatto esperienze diverse? Francesco Totti, pur restando confinato tra le mura di trigoria, in realtà il gioco del calcio lo ha conosciuto a 360 gradi. E se in Nazionale, nel bene o nel male, le filosofie adottate dai commissari tecnici ricalcavano sempre quell’atteggiamento poco offensivo e cauto all’italiana, nella Roma il capitano giallorosso ha dovuto avere a che fare con filosofie sempre diverse. Non sempre i rapporti con i tecnici sono stati esaltanti, anzi per vivere la prima burrasca con un allenatore basta aspettare i vent’anni di Francesco con l’approdo nella Capitale di Carlos Bianchi. Senza dimenticare poi la seconda vita in giallorosso di Luciano Spalletti coincisa con gli ultimi due anni di carriera del secondo più grande realizzatore della storia della Serie A. Ma andiamo ad esaminare nel dettaglio i rapporti di Francesco Totti con tutti i tecnici avuti alla Roma e in Nazionale.
*Pessimo
**Altalenante
*** Discreto
****Buono
*****Eccellente
Carlo Mazzone (AS ROMA, 1993-1996) *****
Un secondo padre. Così il numero 10 ha sempre ribattezzato l’allenatore che lo fece esordire in Serie A da titolare in una gara interna di Coppa Italia contro la Sampdoria. Un rapporto di complicità tra concittadini che non poche volte sono accorsi in soccorso dell’altro nei momenti di difficoltà . Mazzone ha contribuito ad evitargli la scottatura del successo, lasciandolo solo sotto la luce dei riflettori solamente nel momento in cui il campione era definitivamente sbocciato. “Signori, dovete avere pazienza. Questo ragazzo è un talento purissimo che va gestito nel modo migliore. Ha già giocato parecchio e giocherà ancora molto“, così rispose il tecnico romano alle domande dei giornalisti che chiedevano un impiego maggiore dell’enfant prodige. Un ragazzo di vent’anni, timido e schivo gestito nel migliore dei modi dal tecnico che ha sempre dichiarato di ammirare. “I miei tre allenatori preferiti? Spalletti, Zeman ma al primo posto c’è Mazzone“. Parola di Francesco.
Carlos Bianchi (AS ROMA, 1996-97) *
Ancora oggi la Capitale si chiede cosa sarebbe successo se un attacco influenzale avesse costretto Francesco Totti a non giocare l’apparente inutile amichevole tra Roma e Ajax al Torneo Città di Roma. Sulla panchina giallorossa c’è l’argentino Carlos Bianchi che proprio non è convinto del numero 10 giallorosso al punto da chiedere al presidente Franco Sensi di cederlo. La destinazione più quotata è la Sampdoria anche se Mazzone spinge per averlo al Cagliari. Proprio quel Roma-Ajax cambia tutto: Francesco incanta, segna e vince il duello personale contro quel Jari Litmanen che nelle fantasie del tecnico argentino avrebbe dovuto prendere il suo posto. Morale della favola: Totti resta in giallorosso e Bianchi viene esonerato.
Zdenek Zeman (AS ROMA, 1997-99; 2012-13) ****
“I cinque calciatori italiani più forti di sempre? Totti, Totti, Totti, Totti e Totti”. Che il boemo stimasse Francesco Totti è cosa nota e proprio il numero 10 è considerato il più grande nella lunga lista di talenti svezzati da Zeman. Il boemo forgia il campione che sarebbe stato tra i migliori al mondo, gli consegna la fascia da capitano che non avrebbe più lasciato e infine disegna per lui un ruolo da esterno occupato per una breve ma fortunata parentesi. E’ con Zeman, poi, che cresce di tono muscolare per confrontarsi alla pari con i ritmi del calcio moderno e per abbinare alla tecnica sopraffina un fisico statuario. Così è nata la leggenda.
Dino Zoff (ITALIA, 1998-2000) ***
Il periodo più felice di Francesco Totti in Nazionale coincide con la guida tecnica di Dino Zoff. L’ex campione del mondo lo fa esordire in maglia azzurra allo stadio Friuli di Udine, nel 1998 quando prende il posto di Del Piero nel corso di Italia-Svizzera. E Zoff non ha mai nascosto l’ammirazione per quel ragazzo che ad Euro 2000 indossava la maglia numero 20. “Per me è stato superiore a Platini. Lo spronavo, non sempre mi capiva. Ma al netto di incomprensioni ho avuto un buon rapporto”, disse ai microfoni del Messaggero l’ex tecnico di Lazio e Juventus. E’ ad Euro 2000 che Francesco mostra per la prima volta al mondo le sue qualità al punto da venir nominato ‘miglior calciatore della finale’ dopo il match, poi perso, contro la Francia.
Fabio Capello (AS ROMA, 1999-2004) ***
Il carico di pragmatismo che serve per la definitiva consacrazione come uno dei più forti, se non il più forte, del pianeta la porta Fabio Capello. Francesco Totti grazie anche all’apporto di ‘Don Fabio’ colleziona i titoli di ‘Miglior calciatore italiano’ per quattro anni consecutivi e si piazza al quinto posto della classifica del ‘Pallone d’Oro’ nel 2001. Lo scudetto nello stesso anno rappresenta il naturale risultato di un trio che vede Totti perfetto interprete del calcio di Capello. Le vittorie agevolano il rapporto tra i due che vive screzi solamente nell’ultima stagione del tecnico alla guida dei giallorossi.
Luigi Del Neri (AS ROMA, 2004-2005) ***
Un periodo intenso coinciso con una crisi di risultati che per poco non portano alla retrocessione della Roma. Ma dalle dichiarazioni dei due, è sempre emerso rispetto reciproco.
Giovanni Trapattoni (ITALIA, 2000-2004) ***
E’ con il ‘Trap’ alla guida della Nazionale che Francesco Totti vive i suoi periodi peggiori in maglia azzurra. La deludente esperienza in Corea al suo primo Mondiale è stato l’antipasto dell’ancor peggiore Europeo del 2004 che vide il numero 10 essere squalificato per tre partite per via di uno sputo al danese Poulsen. Se Trapattoni ha sempre coccolato Totti con dichiarazioni al miele (“E’ come Pelè”, oppure “E’ il nostro Van Gogh”), quest’ultimo non è riuscito a ricambiare sul rettangolo di gioco.
Luciano Spalletti (AS ROMA, 2005-2010; 2016-2017)**
Due immagini riassumono al meglio i due periodi capitolini di Luciano Spalletti. La prima ritrae il tecnico toscano con la maglietta ‘Forza Capitano’ all’indomani del grave infortunio che per poco non impedisce a Totti di partire per il Mondiale 2006. L’ultima è quella di un tecnico toscano sempre più in difficoltà a gestire il finale di carriera della leggenda giallorossa. Dal 2005 al 2010, Spalletti disegna per Totti il ruolo di ‘Falso nove’: grazie all’intuizione del tecnico ex Udinese il capitano giallorosso potrà raggiungere quota trecento reti e vincere anche l’ambita Scarpa d’Oro grazie a 26 reti nella stagione 2006-07 nonostante sette rigori falliti. Il rapporto si compromette l’ultima stagione e con l’addio il tecnico toscano e Totti si scambiano frecciatine a distanza. Il picco di tensione si tocca con l’intervista del febbraio 2016 nella quale Totti attacca il suo allenatore che decide di escluderlo dai convocati per la sfida contro il Palermo.
Marcello Lippi (ITALIA, 2004-2006) ****
Restituire la maglia numero 10 della Nazionale dopo un episodio deprecabile come quello di Euro 2004 a Francesco Totti fu un gesto che solo un allenatore intelligente poteva fare. Marcello Lippi è uno di questi e il capitano giallorosso non ha mai nascosto la gratitudine per lui. A Lippi il difficile compito di mediatore per ricucire i rapporti tra Francesco Totti e la maglia azzurra. Ci è riuscito concedendogli fiducia anche dopo un grave infortunio alla caviglia due mesi prima di un Mondiale vinto anche grazie al contributo di Francesco, autore di un gol e di quattro assist.
Claudio Ranieri (AS ROMA, 2009-2011) ***
“Ho allenato campioni come Lampard e Del Piero. Ma Totti è il più forte di tutti”. Claudio Ranieri è stato in un certo senso per il numero 10 l’altra faccia dell’allenatore romano. Se Mazzone è stato il primo a costruire la Roma attorno a lui, Ranieri è stato il primo a metterne in discussione la centralità all’interno della squadra giallorossa. Complice l’acquisto di Toni, Francesco siede in panchina più del solito, mai così spesso. Memorabile fu il derby del 2010 quando il tecnico testaccino richiamò in panchina Totti per Menez: quel derby fu vinto e costituì la grande illusione. Nonostante qualche voce contraria, la cordialità ha fatto da padrone nel rapporto tra i due: a testimonianza della reciproca stima fu un messaggio che Totti lanciò dopo la vittoria del Leicester in Premier League: “Complimenti Mister, sei stato davvero un grande, te la meriti tutta questa soddisfazione”.
Luis Enrique (AS ROMA, 2011-2012) ***
L’inizio dello spagnolo alla guida della squadra giallorossa non è stato dei migliori. Come se non bastasse la crisi di risultati, ad alimentare l’ostilità verso l’asturiano ci hanno pensato anche le voci di una fantomatica antipatia tra Luis Enrique e Francesco Totti. Nonostante le smentite dei protagonisti, i pettegolezzi inseguono la stagione dello spagnolo che a fine stagione lascerà la panchina giallorossa. C’era qualcosa di vero? Luis Enrique disse: “Uno dei pochi giocatori che era al mio addio è stato Francesco Totti. Con lui ho avuto un rapporto meraviglioso”. A quanto pare no.
Rudi Garcia (AS ROMA, 2013-2016) ****
Non sono stati in pochi a presagire un rapporto difficile tra Rudi Garcia e Francesco Totti. Alla base di questo presentimento c’era una conferenza stampa a Boston nel corso della quale il tecnico francese si presentò alla stampa. Alle domande su Totti, l’ex Lilla rispose in maniera fredda e tergiversando su quello che sarebbe stato il reale utilizzo in campo del numero 10. In realtà , il rapporto tra i due sarebbe stato idilliaco e il francese resterà uno degli allenatori preferiti da Totti.