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Handanovic, Cuadrado, Bremer, Faraoni, Kessie, Pellegrini, Barella, Zielinski, Vlahovic, Lautaro Martinez, Immobile. Cos’hanno in comune questi undici giocatori di Serie A? Semplice: compongono la nostra formazione ideale per l’anno solare 2021 del campionato italiano, una top-11 che mixa il rendimento, i numeri, l’impatto sulle rispettive squadre e tanto altro. Lo diciamo subito: tanti altri avrebbero potuto meritare di far parte di una top-11 del 2021 in Serie A, ma i posti sono appunto soltanto undici e le scelte non sono mai facili: del resto, questa è una formazione ideale, la nostra, non la formazione ideale dogmatica per tutti gli appassionati di calcio.
Ognuno può stilare in autonomia la propria, tra nomi “obbligati” e altri che lasciano spazio al gusto personale. Niente calciatori scritti solo per un loro conclamato “status”, per entrare in top-11 serve averlo realmente meritato. Perché potrebbe essere facile chiudere bene una stagione dopo essere partiti male, oppure iniziare bene e non mantenere le promesse: ma andare alla grande nella seconda metà di una stagione e confermarsi nella prima metà di quella successiva, è abbastanza chiaro, non è da tutti.
E allora, non ci restava che fare mente locale su quei giocatori che, effettivamente, hanno fatto bene nel girone di ritorno del 2020-2021 così come nel girone di andata del 2021-2022, senza exploit di breve durata, ma con un rendimento costante di 365 giorni, tenendo conto soltanto della Serie A e non delle competizioni collaterali. Ovviamente, non saranno inclusi quei giocatori che sono andati via in estate lasciando il calcio italiano (Lukaku e Ronaldo su tutti) o chi è arrivato da un campionato estero nell’ultima sessione di mercato. Ecco allora la nostra top-11, una formazione davvero di tutto rispetto che non ha nulla da invidiare a qualsiasi big europea del presente e del passato.
SAMIR HANDANOVIC (Inter)
Venti clean sheets in un anno solare non si fanno per caso, poi se la tua squadra è quella che domina in lungo e in largo allora è più facile. Ma il portiere sloveno, giunto ormai agli ultimi anni di carriera, in quest’anno ha ridotto al minimo gli errori – pochi ma a volte marchiani – che lo hanno accompagnato in questa sua splendida avventura nerazzurra e ha sfoderato parate decisive chiudendo la porta praticamente una giornata sì e una no. Saracinesca.
JUAN CUADRADO (Juventus)
Il colombiano è l’uomo in più di una Juventus che quest’anno ha faticato tanto. Lui, però, sempre al top: 8 assist nel 2021, qualche gol – l’ultimo, direttamente da calcio d’angolo contro il Genoa, meraviglioso – e una serie di dribbling che lo rendono un esterno che deve difendere ma che costituisce quell’attaccante aggiuntivo per provare a sparigliare le carte. Devastante.
GLEISON BREMER (Torino)
Un difensore centrale capace di segnare sei gol in 365 giorni non lo si vede spesso. Il Torino ha Bremer, che non è nella top-11 dell’anno soltanto per le sue doti realizzative, ma anche per la grandissima crescita in fase difensiva. Non per questo, ora, lo vuole il Milan per rimpiazzare Kjaer, un altro che in top-11 poteva starci tranquillamente. Possente.
DAVIDE FARAONI (Verona)
Chi lo avrebbe mai detto? Sei gol e otto assist, un’enormità per chi gioca in una squadra di metà classifica, che proprio grazie agli exploit di quelli come lui non ha dovuto duellare per la salvezza prima con Juric e poi con Tudor. Scorribande sulla fascia destra, gol pazzeschi, capacità difensiva e di leadership: ora Faraoni è un giocatore vero. Inesauribile.
FRANCK KESSIE (Milan)
E’ vero, fuori dal campo non è particolarmente amato dai tifosi del Milan per il mancato rinnovo e il concreto rischio di andar via a zero, ma dentro ai terreni di gioco di tutta Italia è la carta vincente di Pioli, un mediano di sostanza che diventa freddissimo quando bisogna calciare i rigori e che di tanto in tanto, vedi Empoli, sa anche segnare su azione. 14 gol sono tantissimi e valgono la Champions dello scorso anno. Trascinatore.
LORENZO PELLEGRINI (Roma)
Peccato solo per gli infortuni che lo stanno un po’ perseguitando, ma in top-11 deve finirci per forza. Lorenzo Pellegrini ha segnato quest’anno 10 gol, diventando un centrocampista di livello assoluto. Intelligenza tattica, tecnica invidiabile, carisma e capacità di trascinare la sua Roma. Soltanto Mancini non si è accorto di lui, noi lo mettiamo inamovibile nella formazione ideale. Leader.
NICOLO’ BARELLA (Inter)
E’ ovunque, a rubare palloni, ad aggredire, a far ripartire l’azione, a raddoppiare su un compagno in difficoltà . E’ semplicemente Nicolò Barella, che tra una cosa e l’altra trova pure il tempo di segnare qualche gol e, soprattutto, di servire 13 assist ai suoi compagni all’Inter nell’anno solare. Non si può prescindere dal centrocampista sardo, con lui si gioca in 12. Tuttofare.
PIOTR ZIELINSKI (Napoli)
Il polacco ha segnato 12 gol nell’anno solare 2021, forse un po’ in sordina, senza il clamore mediatico che meriterebbe, ma quanto è forte. Zielinski è il leader tecnico del Napoli, quel giocatore capace di fare entrambe le fasi ed essere decisivo anche a livello numerico. Il De Bruyne della Serie A è ormai consacrato come uno dei centrocampisti più forti in circolazione. Sublime.
DUSAN VLAHOVIC (Fiorentina)
Questo giocatore qui, classe 2000, ha segnato la bellezza di 33 gol in un anno solare di Serie A, agganciando Ronaldo in questa speciale classifica. E’ un predestinato, ormai segna una caterva di gol e ha trovato continuità proprio in quest’anno se lo si considera a livello solare. Prima di Prandelli era una cosa, dopo un’altra: il tecnico è andato via per lo stress, ma ha lasciato un regalo a Firenze niente male. Bomber.
LAUTARO MARTINEZ (Inter)
Un altro fenomeno che la Serie A rischia di veder partire presto. Le offerte pioveranno, l’Inter dovrà avere la capacità di tenere l’argentino, capace di segnare 24 gol pur giocando da seconda punta, in coppia con attaccanti di razza come Lukaku prima e Dzeko poi. Ma lui, con costanza e prestazioni, va in gol con continuità e ci mette pure quella qualità in più. Insostituibile.
CIRO IMMOBILE (Lazio)
Chiudiamo con Ciro Immobile, che sembra essere nato per segnare. Al di là dei suoi problemi con la Nazionale (è pur sempre campione d’Europa e per nulla responsabile del fatto che giocheremo i playoff), con la Lazio segna praticamente sempre: specie in casa, con lui, che al momento ha il Covid, si parte dall’1-0. Cecchino.
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