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Una partita “da bollino rosso” è una partita da tre punti. L’aveva definita così Massimiliano Allegri e i fatti gli hanno dato ragione: la Juventus ha faticato enormemente contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano nell’anticipo della dodicesima giornata di Serie A. Una rete di Juan Cuadrado, da ex, al termine di una ventina di minuti giocata in 11 contro 10 per il rosso di Milenkovic, decide un match cruciale che regala una sosta più serena a Massimiliano Allegri e complica invece quella di Vincenzo Italiano che contro il Milan dovrà fare a meno dei due centrali titolari, Nastasic e Milenkovic. L’espulsione del serbo è il crocevia di una partita che fino a quel momento si era mossa lungo il torpore di una Juventus con poche idee e tanta confusione. Basti guardare i numeri: un solo tiro in porta prima dell’ingenuità di Milenkovic che interviene sull’altro ex Chiesa che accentua quel che basta per far scattare la seconda ammonizione. Allegri getta nella mischia Cuadrado e al 91′ c’è il gol: dribbling su Biraghi, tiro cross deviato e palla tra primo palo e piede di Terracciano. Basta per scacciare la crisi: dopo i ko con Sassuolo e Verona, la Juventus vince, evita il terzo ko di fila in Serie A che manca da marzo 2011 con Delneri in panchina ed evita di peggiorare anche la peggior partenza nell’era dei tre punti della sua storia: il record è condiviso ora con la stagione 2015-16, con diciotto punti. La scossa arrivò nel derby contro il Torino, con una rete nel recupero proprio di Cuadrado. Ma stavolta la Juventus del ‘cortomuso’ non convince.
Contro una Fiorentina solida e compatta, che pressa alto, la Juventus fatica a trovare contromisure. La Fiorentina vanta il secondo possesso palla medio del campionato (56.3%, dietro solo al Napoli, 59.9%), mentre la Juventus è addirittura decima in questa graduatoria con il 50.9%. La sosta è più serena con tre punti, ma per Allegri è arrivato il momento di mettere mano ad alcune situazioni. La nota positiva riguarda la difesa, orfana di Bonucci e Chiellini ma capace comunque di imbrigliare Vlahovic, mai veramente in partita sotto l’ombra di De Ligt e Rugani. Una nota positiva su cui ripartire, con la consapevolezza che la crisi non è scacciata ma solo nascosta sotto il tappeto dallo zampino degli ex.
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