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Per oltre dieci anni è stato il suo unico trofeo. Eppure Luciano Spalletti la Coppa Italia Serie C vinta con l’Empoli nella stagione 1995-1996 l’ha sempre citata, non l’ha mai dimenticata, nemmeno quando la carriera avanzava e l’asticella si alzava. Per anni è stata un impietoso metro di paragone con i big che iniziava ad affrontare, da Ferguson a Mourinho, passando per Ancelotti. Ma nel percorso non l’ha mai rinnegata. Ad inizio carriera il tecnico di Certaldo si è definito un “moderatore di situazioni” e con il tempo ha quasi sempre dimostrato di saper valorizzare al massimo il materiale a disposizione. Definito un tecnico “da piazzamento” e non da trofeo, Spalletti si toglie ora la soddisfazione di vincere il suo primo Scudetto al ventiseiesimo anno di carriera, a 64 anni e 58 giorni (tecnico più anziano a riuscirci). E l’ha fatto con un capolavoro. Ripercorriamo la carriera del tecnico toscano attraversando tutte le sue vittorie, da Empoli a Napoli.
COPPA ITALIA SERIE C (EMPOLI, 1995-1996)
La prima stagione magica by Luciano Spalletti. Vittoria della Coppa Italia Serie C e promozione in Serie B. E un primo carico di autostima, che portò l’anno successivo alla nuova promozione in massima serie. L’Empoli chiuse la finale di ritorno con lo stesso risultato dell’andata: 1-0 contro il Monza. Fu il primo grande acuto della presidenza Corsi. In quella squadra militava Daniele Baldini, tutt’ora fedelissimo dello staff tecnico di Spalletti e anche Giovanni Martusciello, attuale vice di Maurizio Sarri.
COPPA ITALIA (ROMA, 2006-07)
Alla vigilia della finale di ritorno di Coppa Italia 2006/07 della sua Roma contro l’Inter (in quella che fu l’ultima edizione con il vecchio format), Spalletti disse: “Prima avevo detto che avevamo il 50% delle possibilità di vincere, adesso dico che ne abbiamo il 51%”. Quell’1% di differenza fu dettato dal risultato dell’andata. Un clamoroso 6-2 inflitto dai giallorossi all’Inter di Roberto Mancini con le reti di Totti, De Rossi, Perrotta, Mancini e Panucci (doppietta). Dopo 30′, la Roma conduceva 4-1 e già metteva una seria ipoteca sul trofeo. Per Luciano però c’era ancora molto da fare. E a San Siro un gol di Perrotta nel finale scacciò la paura sul 2-0 per i nerazzurri (di Crespo e Cruz le inutili reti). “Vincere vale più di qualsiasi acquisto”, ebbe modo di dire sulle voci di mercato che inseguivano una Roma a caccia del salto di qualità .
SUPERCOPPA ITALIANA (ROMA, 2007)
Altro round del post calciopoli, in cui l’Inter monopolizzò la lotta Scudetto e la Roma fu costretta ad accontentarsi di due coppe italia e una Supercoppa Italiana. La Roma di Spalletti si presenta a San Siro per la Supercoppa con un Ludovic Giuly in più e un Cristian Chivu in meno. A dodici minuti dal termine la svolta: c’è calcio di rigore. Totti a sorpresa lascia l’incarico a De Rossi che segna e si rivolge al suo capitano con un insulto in romanesco. Una nota di colore che confeziona il secondo trofeo giallorosso di Spalletti.
COPPA ITALIA (ROMA, 2007-08)
Altro giro, altra vittoria. Sempre in Coppa Italia, la nona del palmares giallorosso. Stavolta si gioca in gara unica, l’avversaria è la stessa (Inter) e la sostanza non cambia. Apre Mexes al 36′, raddoppia Perrotta al 54′, Pelè (meteora nerazzurra) illuse Mancini di poter rimontare con un eurogol pochi minuti più tardi. Non bastò. Per 14 anni è stato l’ultimo trofeo della Roma. Per 15 l’ultimo trofeo italiano di Spalletti.
COPPA DI RUSSIA (ZENIT, 2009-10)
Accostato al Chelsea, il futuro di Spalletti invece è in Russia. Dopo le dimissioni dalla Roma, il tecnico di Certaldo compra dizionario russo, scopre il cirillico e diventa la guida tecnica dell’ambizioso Zenit di San Pietroburgo, che l’aveva già cercato mesi prima. E il primo trofeo è la Coppa di Russia nella stagione 2009/10. Nella finale contro il Sibir (squadra non più esistente) decide un rigore di Sirokov.
PREM’ER LIGA (ZENIT, 2010)
Con due giornate di anticipo, a novembre 2010, lo Zenit di Spalletti – diventato nel frattempo una macchina perfetta – vince il campionato russo. Sessantotto punti, sei in più dei principali rivali del Cska. “Dedico questo titolo ai miei giocatori, al presidente, alla città e ai nostri tifosi. Volevamo chiudere i conti al più presto per evitare altro stress, dovevamo mantenere i nervi saldi e ci siamo riusciti, mostrando grande maturità ”, le parole del tecnico di Certaldo, che ai media italiani però riserva anche una stoccata a Francesco Totti: “I complimenti? Lo ringrazio, ma se mi diceva qualcosa in più quando sono andato via, era meglio”. Era il primo capitolo di un’amicizia finita malissimo.
PREM’ER LIGA (ZENIT, 2011-12)
La Russia si adatta alla Uefa. Il campionato inizia a marzo 2011 e si conclude a maggio 2012. Una formula di transizione di due fasi, una stagione regolare e una poule Scudetto. In una stagione rocambolesca, segnata anche da una sconfitta a tavolino del Cska contro lo Zenit, la squadra di Spalletti domina la post season e chiude a 88 punti. Terzo titolo per lo Zenit. E fanno festa anche due italiani, Criscito e Rosina.
SUPERCOPPA DI RUSSIA (Zenit, 2011)
Una rete di Ionov stende il Cska Mosca e regala l’ottavo titolo della carriera al nuovo zar del calcio russo. Che però non riesce più ad imporsi. Un secondo posto, qualche sfuriata (ma quale emozioni?) e dei buoni cammini europei non bastano per evitare l’esonero nel marzo del 2014. Da qui un anno fermo. Poi il ritorno alla Roma, il record di punti della storia del club giallorosso, la vicenda con Totti, il passaggio all’Inter, il ritorno in Champions dei nerazzurri, la chiamata del Napoli che fa la storia. Di una società e di un allenatore.
SCUDETTO (Napoli, 2022-23)
Spalletti ha vinto la sua prima Serie A nell’anno in cui ha siglato il record storico di allenatore con più vittorie in panchina nell’era dei tre punti. E’ l’immagine giusta della storia di un tecnico a cui nessuno ha regalato nulla. Per vincere lo Scudetto, ha dovuto plasmare alla perfezione, rendendola una macchina perfetta, quasi inattaccabile. E ha dovuto vincere con largo anticipo per evitare ogni sorpresa. Sotto la sua guida i calciatori sono migliorati e l’intesa tra i reparti poche volte è stata tanto bene consolidata. Il primo Scudetto è un capolavoro. Spalletti è il più anziano a vincere lo Scudetto nella storia della Serie A a girone unico.
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