Ccà nisciuno è fesso, parole e musica di Antonio Conte. Ma per un Napoli che va così alla grande, che ha solidità difensiva e capacità di sbloccarla con tante armi a disposizione lì davanti, è inevitabile parlare di scudetto, di leadership, e una città intera già sogna. Il tecnico leccese, però, sa cosa vuol dire vincere e soprattutto lottare per vincere, e sposta subito il focus e la pressione dalle spalle degli azzurri. Capolista per caso? No: dopo lo scivolone di Verona all’esordio, questa squadra ha fatto un gran salto di qualità, anche se col Parma si è vinto per la follia di Suzuki e a Torino con la Juventus è arrivato uno 0-0 un po’ speculativo. Ma nelle altre prove, dal Bologna, al Cagliari, passando per il Monza, sono arrivate delle prove di forza contro avversarie più deboli, uno dei tratti distintivi delle squadre di Conte, la capacità di fare il proprio dovere, di imporsi e di non perdere punti per strada. L’asticella però si alza adesso contro un Como in forma smagliante, due vittorie in sei giorni, e soprattutto con una classifica abbastanza positiva da concedere di giocare senza pressioni, con l’intento di far bella figura e di provare a portare punti preziosi via dal Maradona.
Il Napoli è la capolista e dunque, suo malgrado, ha gli occhi puntati addosso: il calendario, poi, è comunque benevolo, visto che arriveranno anche Empoli e Lecce prima invece di un novembre durissimo. In sostanza, si può passare ottobre da capolista e persino allungare sulle inseguitrici, ma servirà la solita prestazione operaia, un Kvaratskhelia meno nervoso e più nel vivo, Lukaku che acquisisce maggiore forma fisica e i ricambi dalla panchina, da Gilmour ancora un po’ nascosto a Neres, passando per l’usato sicuro di Raspadori e Simeone. In tanti reclamano spazio, ma si gioca una sola volta a settimana – altro vantaggio in chiave lotta per il tricolore – e Conte è costretto a fare delle scelte, che però fa ben volentieri, visto che la rosa è di livello e ci sono alternative. Vincere contro i lariani di Fabregas, scatenati e ricchi di qualità e spensieratezza sarebbe un nuovo, ulteriore mattoncino nella strada che porta alla creazione di un gruppo solido e vincente, com’era quello di Spalletti. Dopo un anno sabbatico, Napoli rivive le emozioni di giocare ai piani altissimi e anche se Conte fa di tutto per nasconderlo, ha seminato bene in estate e i frutti potrebbero essere davvero prelibati.