
Christian Chivu - Foto Tiziano Ballabio / IPA Sport / IPA
Se avesse giocato nel calcio di oggi, Cristian Chivu sarebbe stato il ‘braccetto’ dei sogni di qualsiasi allenatore. Solido in marcatura, fortissimo tecnicamente, con un tiro temibile dalla distanza e anche una discreta velocità. Tra punizioni e rigori ha segnato tredici gol in carriera e il dato è smorzato dal fatto di aver condiviso gran parte della vita calcistica con Francesco Totti. Oggi l’ex difensore romeno apre la sua carriera da allenatore ‘senior’ con il Parma, che lo ha scelto per sostituire Fabio Pecchia. Affidarsi ad un debuttante in Serie A è una scelta rischiosa, ma che in questo caso ha comunque una sua logica. Chivu, ex tecnico della Primavera dell’Inter, sa lavorare con i giovani e il Parma è la squadra con l’età media più bassa del campionato. Serve però una svolta, quella che Pecchia – fresco di firma sul rinnovo triennale – non è riuscito a dare. Nel post gara contro la Roma il tecnico ha parlato di “squadra viva”, ma non è bastato per convincere la dirigenza. “Con il gruppo ho un rapporto troppo profondo, li ho visti crescere, conosco le loro emozioni e ciò che stanno vivendo – aveva detto l’ormai ex tecnico dopo la sconfitta per 1-0 -. Ma anche questo serve a loro per il futuro, per la loro professionalità. Giocare sotto pressione e gestire questi momenti li può aiutare nell’accelerare un percorso formativo perché bisogna affrontare le partite, giocarle e fare punti”. Il primo compito per Chivu sarà quello di riuscire entrare nella testa di un gruppo legatissimo a Pecchia, con il quale ha vissuto emozioni forti nelle ultime tre stagioni.
Come giocherà il Parma con Chivu
L’altro tema caldo è il modulo. Con la Primavera interista, il tecnico nerazzurro ha prevalentemente utilizzato il 4-3-3. Non è un dogma: nel settore giovanile l’importante è la crescita dei ragazzi, non il risultato. In ogni caso il tecnico dovrebbe ripartire proprio dal 4-3-3 o dal 4-2-3-1. La squadra è stata costruita per gli esterni d’attacco (sette in rosa) e al momento ci sono solo due punte (Bonny e Pellegrino visto l’infortunio di Djuric e Charpentier). Nel futuro si vedrà, ma nell’immediato bisognerà fare di necessità virtù. Niente difesa a tre, peraltro esclusa dallo stesso Pecchia dopo la sconfitta di domenica: “L’esperienza non cambia il modulo, se giochiamo a 3 la giovane età c’è sempre, abbiamo fatto delle cose buone ma l’esperienza va fatta sul campo – ha detto -. Non ci sono altre soluzioni, poi gli accorgimenti tattici si possono trovare sicuramente”. Li troverà Cristian Chivu, a partire dalla sfida contro il Bologna. Non ci sarà Leoni, squalificato. I difensori centrali a disposizione sono tre: Vogliacco, Valenti e Balogh. Tradotto: spazio alla difesa a quattro. Davanti toccherà ancora ad un attacco a tre con Bonny unica certezza. Gli esterni dovrebbero essere Man e Cancellieri, anche se Almqvist ha offerto segnali incoraggianti nel secondo tempo contro la Roma. Quel che è certo è che non è ancora tempo di rivoluzioni tattiche: per ora Chivu dovrà limitarsi a lavorare sulla testa dei giocatori. Non un compito banale per chi ha avuto come maestri Spalletti e Mourinho.