Sono bastati cinque minuti al Milan per vincere la partita, quelli dal trentotto al quarantatré, così come sono bastati cinque giorni a Paulo Fonseca per prendersi il Milan e ribaltare ogni prospettiva. Dall’avvio disastroso, con la difesa perforabile e due punti in tre partite, passando dal disastro col Liverpool in Champions, al roboante trionfo nel derby che ha spalancato la strada alla partita di oggi, difficile all’inizio, poi risolta in cinque minuti di furia cieca rossonera, e gestita nella ripresa. San Siro ora crede nei suoi ragazzi, crede nel suo allenatore, che una settimana fa esatto era vicinissimo all’esonero, persino ancor prima di giocare contro l’Inter. Poi, per una volta, non ci si è fatti prendere dalla smania di cambiare per cambiare e si è dato giustamente una chance a quello che non poteva essere l’unico responsabile di un brutto avvio. Non poteva pagare il portoghese per tutti, ed è arrivata una piccola-grande rivoluzione nel derby: due punte, due esterni offensivi, si va all’attacco e ci si mette tanto coraggio, ed è anche per questo che il Milan ha il miglior attacco del campionato e adesso è in vetta, almeno per una notte, agganciando il Torino.
Non solo: dal Lecce al Lecce, perché un tris di vittorie non arrivava da marzo e aprile con Pioli, quando i rossoneri vinsero contro Verona, Fiorentina e proprio con i salentini. La nuova striscia: Venezia, Inter e Lecce. Quella della scorsa stagione si chiuse con un 3-3 col Sassuolo, quella attuale può proseguire a ottobre a Firenze. Almeno è quello che si augura Fonseca, che si è preso l’ambiente milanista in un batter d’occhio e che adesso, con più serenità, proverà anche a giocarsela in casa del sempre complicatissimo Bayer Leverkusen in Champions League.