“Confesso che ho voglia di rimettermi in discussione anche se ho già detto di no a più di una proposta. Vediamo se arriva la chiamata di una Nazionale. Non quella italiana: ho la massima fiducia in Spalletti”. Lo ha detto Claudio Ranieri in un’intervista al Corriere della Sera, ammettendo che quella di tornare ad allenare è più di un’idea. L’ultima esperienza della carriera fin qui è stata Cagliari (“Per me è più importante di Leicester”) e il grande rimpianto è stato lo Scudetto perso con la Roma nel 2010: “Sono pratico e fatalista. È vero che, per come si erano messe le cose, potevamo farcela. Però nessuno ricorda mai che sono arrivato a campionato iniziato e ho fatto più punti dell’Inter. Eravamo in testa, ma abbiamo perso in casa 2-1 con la Samp, una partita che doveva finire 3-0. Il calcio è così. Della Roma mi resta il cuore gonfio della mia gioia di essere romanista”. Sull’esonero di De Rossi in giallorosso: “Mi dispiace, aveva avviato un progetto”.
Con Josè Mourinho amicizia e veleni: “Mi diceva che ero vecchio e che non parlavo l’inglese. Per la verità, oltre all’inglese, parlo anche francese e spagnolo, le lingue dei Paesi in cui ho allenato. Ma quando sono andato all’Inter siamo diventati amici. Non so come sia successo, forse gli hanno raccontato come ero e come allenavo. Così quando mi hanno mandato via dal Leicester, lui che era al Manchester United, si è presentato in sala stampa indossando una maglietta con le mie iniziali: C.R”.