Se nel loro futuro ad aspettarli ci sarà una panchina o una scrivania, è ancora presto per saperlo. Quel che è certo è che Giorgio Chiellini, Capitano della Juventus, e Vincent Kompany, giocatore-allenatore dell’Anderlecht, si sono dimostrati pronti e all’altezza di entrambe. Lo conferma la gestione della crisi legata all’emergenza coronavirus dal punto di vista dello spogliatoio, costretto a fare i conti con la possibilità di una riduzione degli stipendi per far fronte alle perdite dei club in caso di sospensione del campionato. E se in Italia lo spettro di uno stop definitivo della Serie A è ancora appeso ad un filo sottile quanto la speranza di tornare presto alla normalità, in Belgio la Pro League 2019/2020 è ormai implosa: campionato finito, titolo al Bruges d’ufficio e dibattito sul taglio degli ingaggi all’ordine del giorno. A farsi portavoce e mediatore degli interessi di squadra e club è Vincent Kompany, ex Manchester City (4 Premier League, 2 FA Cup, 2 Community Shield, 2 Carabao Cup) e ora all’Anderlecht nei panni di una figura che richiama ad un calcio antico, quasi pionieristico come quella del calciatore-allenatore.
Un mese fa l’Anderlecht ha chiesto ai suoi giocatori di rinunciare ad un mese di stipendio per correre in soccorso delle casse del club. Risultato? Stando a quanto riporta il portale belga HLN, non tutti i calciatori hanno voluto (o potuto) tagliare una parte dell’ingaggio. Così entra in gioco Vincent Kompany che si è offerto di pagare la parte di coloro che, per necessità o volontà, non hanno intenzione di rinunciare al rispettivo salario mensile. Non è arrivato fino a questo punto Giorgio Chiellini la cui opera di mediazione col resto dello spogliatoio non ha incontrato opposizioni varie. D’altronde parliamo di un difensore, capitano, economista e anche sindacalista in virtù della sua attività all’interno dell’Aic. La trattativa club-squadra è un successo: i giocatori, come chiesto dalla società, hanno deciso di rinunciare a quattro stipendi dell’esercizio 2019-20. Mentre due mensilità e mezzo saranno posticipate più avanti, dopo il primo luglio, a carico sul prossimo bilancio. Dopo il grave infortunio al legamento crociato, il ‘Chiello’ è ancora pienamente immerso nella figura del calciatore. Anche se la sua opera di mediazione sul fronte stipendi può essere perfettamente inquadrata come una prima mossa dirigenziale. Allenatore o dirigente? Le orme di Conte o Nedved? Sarà lui (e il club) a decidere. Quel che è sicuro è che nel momento di crisi più imponente dal dopoguerra ad oggi, i club hanno deciso di affidarsi alla vecchia guardia per contenere le ricadute economiche e la vecchia guardia ha risposto presente. In attesa di una panchina o una scrivania.