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Un punto a testa, per non rompere equilibri e lasciare immutata una situazione che vede l’Inter con lo Scudetto in tasca e il Napoli con la speranza di quarto posto sempre viva. Finisce con un pareggio una gara a due volti: meglio gli uomini di Gattuso nel primo tempo, crescono e segnano quelli di Conte nella ripresa. L’Inter è a +9 dal Milan, secondo in classifica, e per l’aritmetica tricolore servono dodici punti, quattro vittorie in sette partite, senza tenere in considerazione eventuali passi falsi delle altre. Eppure, la squadra più affamata nella prima frazione di gioco sembra essere quella azzurra che controlla il gioco, subisce qualcosa (due pali colpiti dai nerazzurri nel primo tempo) e trova il gol nel modo più rocambolesco: cross di Insigne, autogol di Handanovic, ostacolato da de Vrij. Ma nella ripresa, l’Inter alza il ritmo e la pressione. E trova il gol col suo giocatore più qualitativo: Eriksen che si coordina da fuori area e lascia partire un diagonale che non lascia scampo a Meret.
L’Inter ottiene un punto e ferma la sua striscia di vittorie consecutive a undici: solo la stessa squadra nerazzurra (17 con Mancini nel 2006/07) e la Juventus in tre occasioni (12 nel 2013/14 con Conte; 15 nel 2015/16 e 12 nel 2017/18 con Allegri) sono riuscite a mettere in fila una serie più lunga di vittorie. Un pareggio utile, un “mattoncino” per usare le parole di Nicolò Barella: “Non è un segreto che lo scudetto sia il nostro obiettivo, ma ci sono tante altre partite da giocare. Ci teniamo stretto questo pareggio, è un ulteriore mattoncino nella nostra cavalcata. Poi faremo i conti alla fine”, ha detto Barella che si ‘coccola’ gli uomini offensivi: “Siamo tranquilli. Sappiamo cheLautaro, Lukaku o Sanchez possono risolvere la partita in qualsiasi momento“. Oggi non ci sono riusciti. Ma questa è una Inter imprevedibile, capolista indiscussa nonostante i dati più bassi sul possesso palla (51.5%) tra le prime sette e dei dribbling riusciti (solo 220) in tutto il campionato. Ma lo Scudetto è lì, ad un passo.
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