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La Cassazione ha deciso che i cimeli di Gianni Rivera resteranno in esposizione al museo di San Siro. A rivelarlo è Il Giorno, che ha fatto chiarezza sulla vicenda dopo che l’ex calciatore aveva fatto causa ai rossoneri, chiedendo un risarcimento danni “per l’utilizzazione abusiva della sua immagine”. Rivera sosteneva infatti che la sua immagine fosse stata utilizzata “senza il suo consenso e a scopo di lucro” e pretendeva per il club l’inibizione dell’esposizione nel museo del Meazza di un busto, una maglietta immagini e altri oggetti.
Inizialmente il Tribunale Civile di Milano aveva dato ragione al Golden Boy, condannando il Milan a pagare 200mila euro, ma il verdetto era stato in seguito ribaltato in appello. L’ultima parola è spettata dunque ai giudici della Cassazione, che non hanno ritenuto l’esposizione “strumentale a pubblicizzare altre attività della società” e il biglietto non a scopo di lucro poiché “il prezzo è di entità modesta e ben si giustifica con la necessità di coprire i costi”. Infine, sono state riconosciute le finalità culturali e didattiche del museo, utile a far conoscere alle nuove generazioni chi è stato Gianni Rivera. La Cassazione ha perciò smentito la presunta lesione della personalità di Rivera, sostenendo che al contrario “se non fosse stato inserito nella storia del Milan, avrebbe subito un pregiudizio”
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