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Non era una puntata come le altre e lo si è intuito quando, alla notizia dei 20.000 ascoltatori, Antonio Cassano si è concesso una battuta: “Chissà cosa aspettano…”. Quello che la tribuna virtuale della Bobo TV aspettava, oltre all’analisi di Benfica-Inter, era il terzo round della lite a distanza tra il talento di Bari Vecchia e Josè Mourinho. Un passo indietro: l’ex Roma, Inter e Real ha spesso e volentieri criticato (anche con toni duri) lo Special One, che dopo la vittoria sul Torino ha risposto a modo suo, tirando in ballo Marko Livaja, attaccante ex Inter (“A volte arrivano i Livaja ed è dura”). A chiarire il bizzarro riferimento è stato poi lo stesso Cassano, che in un video ha ammesso di aver litigato con il croato, precisando però di “non averle mai prese da nessuno”. Oggi, durante la puntata serale della Bobo TV, è arrivato un altro attacco di Fantantonio all’indirizzo del tecnico della Roma. Si parte dalla questione Livaja: “Posso giurare su quel che volete, in 18 anni di carriera non sono mai arrivato alle mani. Ho insultato tante persone, prendendomi le mie responsabilità . Una spia gli ha fatto fare la figuraccia”.
Mourinho ha ricordato che Cassano ha vinto poco tra Roma e Inter, senza lasciare il segno al Real Madrid: “Io sono andato in giallorosso perché per me il calcio è passione e divertimento – spiega l’ex giocatore –. Sono andato alla Roma e ho vissuto cinque anni meravigliosi. Ho fatto godere come dei matti i romanisti e la gente a Roma mi ama. Vada a chiederlo a Totti, De Rossi e Bruno Conti. Lui può vincere quello che vuole, ma sta facendo fare delle figuracce oscene alla Roma. Gente che si butta, espulsioni, litigi, disastri”. Poi sull’Inter: “Lui ha vinto tutto quello che ha vinto, ma con un calcio osceno. Deve capire che è scarso come allenatore. Lui è un illusionista di serpenti con gente incompetente. Il suo calcio è rimasto a trent’anni fa, ha avuto la fortuna di allenare grandi campioni. Io non voglio vincere niente, io ho sempre giocato per far divertire i tifosi. Quando vedo le sue squadre, mi vergogno”. Cassano si sofferma anche sulla giacca famosa di Madrid: “Si dimentica una cosa. Oltre alla giacca, avevo capelli vergognosi e mi chiamavano ‘gordito’. Ma se mi hanno preso, è perché ero un fenomeno. Ho fatto dei disastri, mia responsabilità . A lui lo ricordano per un calcio orribile. Quando smetterà , dopo tre giorni non lo cagherà nessuno”.
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