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Più importante di un gol, di un fuorigioco, di tre punti e di un campionato di calcio: il coronavirus bussa alle porte dello sport italiano che in queste ore deve decidere se proseguire o fermarsi ai box al cospetto di qualcosa che va oltre la passione per lo sport. Nella serata di sabato 8 marzo la bozza di decreto mette restrizioni importanti alle zone rosse, negando l’entrata e l’uscita dalla regione Lombardia, oltre alle undici province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria.
LE PROVINCE ITALIANE DALLE QUALI NON SI PUO’ USCIRE
LA SERIE A CONTINUA REGOLARMENTE A PORTE CHIUSE
TOMMASI SBOTTA: “FERMIAMO IL CAMPIONATO”
L’obbligo di chiusura di vari impianti quali palestre, piscine, spa, pub, discoteche e centri benessere sembra rappresentare un pericolo ben maggiore rispetto al movimento sportivo secondo la prima bozza dpcm. Infatti lo sport rientra in ‘indifferibili esigenze lavorative’, punto che ne permetterebbe il regolare svolgimento dei campionati agonistici. In merito non si è fatta attendere troppo la risposta di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, che retoricamente si è domandato: “Serve altro? Fermiamo il campionato”. La voce dell’ex centrocampista della Roma non può passare inosservata, essendo il rappresentante dei protagonisti che ogni weekend ci fanno emozionare.
Il rovescio della medaglia potrebbe essere il cosiddetto ‘svago’ che i milioni di italiani fermi a casa potrebbero quantomeno godersi. A patto che le condizioni di sicurezza siano rispettate e che i giocatori di calcio, basket, volley & Co. non diventino ‘animali da circo’ per soddisfare la noia. “Oggi ho avuto vari contatti telefonici con i vertici del Calcio e le reti televisive e l’Agcom – ha raccontato in queste ore il ministro dello sport Vincenzo Spadafora riguardo le partite disponibili in chiaro a tutti – perché continuo a pensare che in questo momento sia importante offrire uno svago ai cittadini in casa propria”. Nel frattempo arriva uno dei primi forfait da parte dell’Happy Casa Brindisi: “Stiamo tornando in città”, si legge in un post ufficiale a poche ore dalla contesa con la Reyer Venezia. Le prossime ore sono decisive: la Serie A e lo sport in generale tremano.
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