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Hakan Calhanoglu ha rilasciato una lunga intervista a Goal, in cui ha parlato della stagione con la maglia del Milan, ma anche del suo futuro. “La vittoria contro la Juventus? Ci si sente molto bene, abbiamo giocato contro una squadra molto forte. Dopo il 2-0 non ci siamo mai arresi e abbiamo provato a fare qualcosa creando molte occasioni” racconta il calciatore rossonero, “dopo il rigore che Ibrahimovic ha segnato, la fiducia è tornata. È una sensazione incredibile, siamo così felici e ora l’atmosfera è incredibile. Tutti speriamo possa continuare. Anche in Coppa Italia abbiamo giocato bene contro la Juventus, ma è stato difficile con un giocatore in meno. Con 10, devi correre di più e difendere di più. Quella gara era nella nostra mente durante la partita di campionato“.
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“In passato ci siamo persi questa caratteristica contro le big” prosegue Calhanoglu, “ora abbiamo battuto la Roma, la Lazio e ora la Juventus. Se giochiamo come una squadra, possiamo essere davvero un buon team. Ora siamo molto fiduciosi perché abbiamo battuto tre grandi club e non è facile batterli. Sappiamo che meritavamo di essere lassù, stanno cominciando a capire che è dura sfidarci. Sono davvero felice per il nostro allenatore che ci motiva ogni giorno. È sempre positivo”. Il calciatore ha poi raccontato del primo incontro con Pioli: “Mi ha portato nella sua stanza e mi ha parlato dicendomi che mi conosce da Leverkusen perché ho giocato contro di lui quando allenava la Lazio. Mi ha detto che conosce il mio ruolo e le mie qualità. Gli ho detto che mi piace giocare come numero 10 perché questa è la mia posizione naturale. Mi ha dato tutta la sicurezza di cui ho bisogno in campo“.
Sul compagno di squadra Ibrahimovic: “L’età è quella che è, ma si sente giovane in campo perché non vuole mai rinunciare. È un grande giocatore con un grande personaggio, ha una grande passione e vuole vincere ogni volta. Quando perde, è davvero arrabbiato. È normale, considerando quanto ha vinto. È un leader nel nostro team. Ci aiuta molto anche fuori dal campo, ci sentiamo davvero a nostro agio con lui. Dopo l’allenamento, mi dà sempre alcuni consigli su cosa posso fare meglio sul campo. È un vero leone, basta vedere come si allena e gioca. Vuole vincere sempre, anche in allenamento. Una volta ho giocato con lui ed era furioso, è entrato nello spogliatoio davvero arrabbiato. Questo è quello che mi piace vedere di lui, la sua mentalità è fortissima“. E sul Milan nelle posizioni di vertice: “Sono qui da 3 anni, ma da quando sono qui le cose cambiano sempre. Mi sono già allenato con quattro allenatori e dirigenti, la stabilità non è come prima al Milan. Tutti cercano di fare il meglio per il club ma manca qualcosa. Spero di poter riportare il Milan a quello che era prima”.
In merito alla sua stagione, Calhanoglu ricorda: “Non dimentichiamo che non ho giocato per 6 mesi quando sono arrivato a Milano. È stato molto difficile per me tornare in campo, ero in cattive condizioni fisiche. Arrivando in un grande club come il Milan, le persone si aspettano tanto da me perché mi conoscono da Leverkusen. Il primo anno non ho giocato come volevo. Il secondo anno giocavo meglio giorno dopo giorno e quando è arrivato Gattuso mi ha dato molta energia, spingendomi molto. A volte mi ha lasciato giocare nel mio ruolo, ma tatticamente non era come Pioli, è più difensivista. Con Pioli giochiamo in modo aggressivo e sempre in maniera offensiva. Sì, è il mio anno migliore“. Nel suo futuro però potrebbe non esserci solo la maglia rossonera: “Il Milan è grande e rimane tale, un club incredibile. Lo sanno tutti. È diverso dal Leverkusen che è un piccolo club, ma gioca sempre in Champions League. Sono venuto a Milano con tutto il cuore e voglio giocare in Champions con i rossoneri. È lì che deve essere il club”.
“Penso sia il momento in cui devo decidere bene perché la prossima stagione è l’ultima. Ora ho 7 partite davanti a me. Ho iniziato bene dopo il coronavirus e voglio continuare così, poi vedremo cosa succederà in futuro. Devo decidere con il mio agente. Amo il Milan ed è fantastico per me indossare il numero 10 perché so i grandi giocatori che l’hanno avuto” sottolinea Calhanoglu, che sulle punizioni dice: “L’allenatore decide chi le batte. Quando ero a Leverkusen, il mio allenatore decise di affidarle solo a me. Se qualcuno si avvicinava alla palla, si arrabbiava. Sapeva che mi sento meglio quando sono solo sul pallone, così posso concentrarmi di più. Qui avevo Suso e ora Zlatan, a lui è difficile togliere la palla… (ride, ndr). Voglio segnare su punizione e so che posso farcela. Se rimango solo, la fiducia in me è più forte. Quando tiro i calci di punizione, voglio rimanere da solo sulla palla e posso decidere cosa fare. Quando c’è qualcun altro, allora ci sono altre idee. Piccole cose ma per me fa la differenza“.
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