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Il presidente dell’Assocalciatori, Umberto Calcagno, durante una telefonata con l’ANSA ha criticato duramente le ipotesi di modifiche al decreto crescita nella parte degli sgravi fiscali per i calciatori provenienti dall’estero: “La politica e la parte apicale del calcio dimostrano purtroppo una colpevole lontananza dai problemi dei nostri vivai nazionali, che sono il futuro del movimento e degli sport in generale. La nostra battaglia non si fermerà . Non potrò nascondere tutta la mia delusione se fosse vero che la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega allo sport, Valentina Vezzali, si è volutamente appiattita sulle posizioni di chi non vuole il bene del nostro mondo. Chiunque si intenda di calcio dovrà onestamente ammettere che l’eventuale previsione di un tetto reddituale di soli 500.000 euro per l’accesso alle agevolazioni fiscali del cosiddetto regime fiscale dei rimpatriati, unito alla soglia di età , non cambierebbe la situazione attuale e sarebbe utile solo a coloro i quali, su questo delicato problema, vorranno riempire le rassegne stampa con dichiarazioni autoreferenziali”.
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“Ho il fondato timore che per l’ennesima volta le scelte saranno dettate da interessi meramente economici, proprio quelli che negli ultimi anni hanno generato evidenti danni al nostro sistema, con una cronica assenza di risultati sportivi internazionali dei nostri club e continue diminuzioni degli investimenti sui vivai. – ha aggiunto Calcagno – Se questa sarà la scelta della politica italiana, i nostri ragazzi continueranno a trovare ostacoli nel loro percorso di crescita professionale, svantaggiati da una norma fiscale ingiusta che penalizza i ‘selezionabili’. Le tante resistenze di questi giorni hanno chiaramente svelato l’identità di chi con una mano scrive post su azzurri e vivai e con l’altra lavora in parlamento per favorire norme che li penalizzano”.
“La nostra battaglia non si fermerà . Continueremo a denunciare in tutte le sedi la distorsione del decreto crescita fino a quando non vedremo la sua definitiva abrogazione per il bene e nell’interesse di tutto il calcio italiano, pur confidando fino all’ultimo in una mediazione, come quella presentata dal Senatore Nannicini, che possa rappresentare un primo vero segnale di svolta nella politica sportiva del nostro paese”, ha concluso il numero uno dell’AIC.
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