Serie A

Cagliari più difficile del Real Madrid, Fonseca aveva ragione: difesa horror Milan, non basta Leao

Paulo Fonseca
Paulo Fonseca, Milan - Foto Luigi Canu/IPA Sport

“Il Cagliari è più difficile del Real Madrid per una squadra come la nostra”. Discorso complesso, ma che si può sintetizzare così quello di Paulo Fonseca dopo la notte stellare di Madrid, in cui la stagione del Milan sembrava essersi impennata verso vette fin qui mai esplorate in questi mesi. E invece, puntualmente, il Diavolo ci riscasca e inciampa un’altra volta, dimostrando come quello della continuità sia un grandissimo problema di questo nuovo progetto. E senza continuità, una squadra non è una big. E se non è una big non può puntare allo scudetto, che ora irrimediabilmente sembra allontanarsi. Le stesse prime sei posizioni, ora possono diventare davvero distanti: c’è un solco che i rossoneri hanno creato con i continui rallentamenti in trasferta e da qui all’inverno non si può più sbagliare. E Fonseca, questa sera, ci regala un trattato di sociologia: è la profezia che si auto-adempie, da martedì a sabato ecco il risulato.

Per la terza volta, Lazio-Firenze-Cagliari, il Milan non vince in trasferta prima della sosta e dunque avrà da rimurginare in queste due settimane in cui per forza di cose si dovrà lavorare sulla fase difensiva. Da horror, a dir poco, perché sui tanti cross – ma si sapeva – dei sardi Thiaw, Pavlovic e soprattutto Theo Hernandez non la vedono quasi mai. Il francese è davvero fuori condizione, anche a livello psicologico, e dalle sue parti Zortea segna il gol del vantaggio e Zappa ne firma tre, uno annullato. Tutti gol in fotocopia, tutti frutto di disattenzioni ed errori, oltre che dei duelli persi puntualmente. Un guaio per chi davanti invece aveva trovato la quadra: la gestione di Leao, evidentemente, ha funzionato, perché torna titolare in campionato e segna una doppietta, Reijnders disegna calcio e Pulisic è frizzante, e poi Abraham entra e segna quello che sarebbe potuto essere il gol vittoria. Piccola nota negativa, un Camarda che è quasi un fantasma: non sognava così la prima da titolare alla sua verde età, ma c’era da aspettarselo e si rifarà. Tutto vanificato dalle falle dietro sulle quali hanno imperversato i padroni di casa, che tra errori e ingenuità, con tanto cuore e tanto coraggio hanno spinto sulle corsie, con combinazioni ben costruite, trovando nelle palle aeree la chiave per sfiorare persino la vittoria, visto che alla fine i tiri totali e in porta sorridono ai ragazzi di Nicola.

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