Fabio Pisacane è il vincitore del premio “calciatore dell’anno”, istituito quest’anno dal “The Guardian” per celebrare “un giocatore che ha fatto qualcosa di davvero notevole non solo nel superare le avversità ma anche per aver aiutato gli altri diventando un esempio con il suo comportamento e la sua onestà”.
All’età di 14 anni, dopo essere stato tesserato dal Genoa, il terzino del Cagliari scoprì di essere affetto dalla sindrome di Guillain-Barrè, una rara malattia che comporta paralisi progressive degli arti, potendo causare complicanze letali se coinvolge il sistema respiratorio o quello nervoso.
Pisacane fu costretto a trascorrere 3 mesi in ospedale, con 20 giorni di coma e la paralisi delle braccia. Nessuno credeva in un suo ritorno in campo, ma Fabio debellò la malattia e riprese a giocare a calcio, fino a diventare professionista. Una carriera vissuta sopratutto in provincia. Nel 2011, si segnalò per aver coraggiosamente rifiutato un’offerta di 50mila euro dalla camorra per truccare un match del Lumezzane, squadra nella quale militava. Nel 2013 il passaggio all’Avellino, fino all’occasione con il Cagliari nel 2015-2016, trascinato in Sardegna dal suo ex allenatore Rastelli. Ottiene la promozione in Serie A e il 16 settembre 2016 debutta nella massima serie, ormai 30enne, nella vittoriosa gara casalinga con l’Atalanta.
La sua storia ha emozionato tutti, anche oltremanica.