Serie A

Cagliari-Juventus 1-2, Allegri: “Le critiche mi divertono. Era importante vincere”

Massimiliano Allegri, Juventus - Foto Antonio Fraioli

“Non mi piace perdere, preferisco ricevere critiche quando giochiamo male, però è importante che vinciamo. Nessuno si ricorda della partita di domenica scorsa, ha vinto l’Inter e si parla solo dell’Inter che viaggia verso lo scudetto, abbiamo passato una settimana non facile”. Lo ha detto l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, al termine della vittoria contro il Cagliari una settimana dopo il pesante ko con l’Inter su cui il tecnico livornese torna aprendo una parentesi: “Domenica abbiamo perso uno scontro diretto contro l’Inter che ci permetteva di poter ambire allo scudetto, anche se Milan e Napoli sarebbero rimaste lì davanti. Chi vinceva quella partita con l’Inter avrebbe potuto avere più facilità a vincere lo scudetto. Il contraccolpo è stato forte, dopo una rincorsa di quindici partite si vedeva l’obiettivo vicino e poi ci è crollato il mondo addosso – ha spiegato Allegri ai microfoni di Sky Sport – Vincere non è mai semplice, a Cagliari era complicato. I ragazzi sono stati bravi, siamo stati in partita e abbiamo concesso poco creando tanto. Oggi era una partita da vincere per consolidare il quarto posto, la Roma e la Lazio sono lì dietro. Dobbiamo arrivare alle ultime due con un po’ di vantaggio”. Sull’annoso dibattito su “giochisti” e “risultatisti”: “I primi risultatisti sono i giornalisti, si parla di calcio bello, ma poi conta chi vince. Fino al 75′ col Villarreal tutti i giornali erano a favore della Juventus, preso gol si è parlato di disastro. La prestazione resta quella, è il giudizio a variare in base al risultato. Io mi diverto molto a sentire le critiche, le critiche mi fanno solo bene. Poi ogni tanto qualcuno la dice un po’ troppo grossa e mi dà un po’ fastidio – ha attaccato l’allenatore bianconero – Quando smetterò spero che qualcuno abbia il coraggio di ritornare a parlare dell’abc del calcio, come un giocatore stoppa la palla, in che modo si smarca. Abbiamo un po’ perso questi concetti, siamo andati dietro a cose che non esistono. Siamo andati 15 anni dietro al calcio di Guardiola, poi lui ha cambiato. Ho parlato del portiere che rilancia, tutti mi hanno criticato, ogni volta devo spiegare tutto alla lettera”. E su Dybala: “Ha fatto due o tre giocate importanti. Se fosse stata una partita di alta intensità avrebbe avuto difficoltà perché rientrava dopo tanto tempo. Io sono innamorato dei giocatori che giocano bene a calcio, sono ancora della vecchia generazione fortunatamente. Il suo addio? Ci sono storie che nascono e poi finiscono. Finiscono tra uomini e donne, succede anche tra giocatori e club, ma Dybala si sta impegnando molto – ha concluso – Ha avuto diversi infortuni, non è ancora il giocatore che conosciamo”.

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