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Jakub Jankto, centrocampista del Cagliari, ha rilasciato un’intervista a BBC Sport, svelando come ha vissuto i primi mesi dopo aver fatto coming out ed essere tornato in Serie A: “Non è facile essere il primo calciatore dei top campionati europei a dire ‘Sono gay’. Sicuramente sei felice quando ricevi milioni di messaggi, ma allo stesso tempo senti un po’ di pressione. Sapevo che sarei stato al centro dell’attenzione per le prime settimane, ho avuto bisogno di tempo per riprendermi“.
Jankto è poi andato sul personale: “Già a 13-14 anni avevo capito che qualcosa era diverso, anche se la mia prima relazione è stata con una ragazza. Quando sono diventato professionista essere gay era visto come qualcosa di innaturale, quindi avevo paura anche ad aprire WhatsApp per timore che qualcuno vedesse magari la foto di un ragazzo. Il coming out era quello che mi serviva per stare meglio. Non ho avuto paura quando ho deciso di farlo e, dopo tutti questi mesi, mi sento di dire che non è stato un errore. E’ stato un grande momento, che ha aiutato sia me che altre persone, perciò lo rifarei sicuramente. La cosa bella è che posso andare avanti come se nulla fosse successo“.
Infine, il centrocampista del Cagliari ha ammesso: “Mi aspettavo che durante le gare in trasferta qualcuno dal pubblico mi fischiasse, invece non lo ha fatto nessuno, ma proprio neanche uno. Ho pensato “Dio, che bello”. Sono orgoglioso di me stesso, ma anche degli altri gay perché so come ci si sente. A loro dico di non avere paura: magari in futuro ci saranno altri esempi come me, anche in altri sport“.
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