Sarà una giornata lunga e piena di emozioni in casa Juventus, che ha preso il via alle 15 con il fischio d’inizio del match col Verona e terminerà a tarda notte con una festa privata in un locale in centro, dopo la premiazione per il 34esimo scudetto ed il tour in città sul pullman scoperto. L’ennesima vittoria rischia però di passare in secondo piano: oggi la scena se la prende tutta Gianluigi Buffon, che alzerà al cielo l’ultimo – il diciannovesimo – trofeo con addosso la maglia bianconera.
UN PASSO INDIETRO – Tutto ebbe inizio il 19 novembre 1995: l’allora allenatore del Parma Nevio Scala, privo dell’infortunato portiere titolare Bucci e diffidente nei confronti della riserva Nista, decide di schierare un ragazzino della Primavera di fronte al Milan di Boban, Baggio e Weah. Quel ragazzino si chiamava Gianluigi Buffon e all’età di 17 anni e 295 giorni esordiva in Serie A. Come è finita quella partita è cosa nota.
Da quell’esordio ad oggi sono passati ormai 22 anni, durante i quali Buffon ha fatto cose che nessun altro aveva mai fatto prima. Tutto è iniziato quando Gigi è prima diventato il numero 1 della Nazionale passando per tutta la trafila delle giovanili, poi l’acquisto più costoso di sempre della Juventus (superato oggi soltanto dai 90 milioni spesi per Higuain): nel 2001, per strapparlo ai ducali, i bianconeri mettono sul piatto ben 75 miliardi di lire più la cessione a titolo definitivo del centrocampista Bachini, valutato sui 30 miliardi: in euro fanno 54,2 milioni. La necessità era quella di sostituire un disastroso Van Der Sar: dopo diciassette anni, si può affermare con certezza che la società torinese non avrebbe potuto indovinare un investimento migliore.
TROFEI – Dopo 6111 giorni a tinte bianconere e 640 presenze complessive in Serie A, dopo un Europeo U21, una Coppa Uefa, 6 Supercoppe Italiane, 5 Coppe Italia, un Campionato di Serie B, 9 Scudetti ed una Coppa del Mondo, oggi la Serie A saluta un pezzo di storia del calcio. Nel palmarès, pieno zeppo di premi individuali, manca soltanto una Coppa dalle grandi orecchie, quella Champions League tanto agognata e più volte sfiorata che rappresenta l’unico neo all’interno di un albo d’oro unico e straordinario. Trofeo che l’ambizioso e mai domo Gigione potrebbe decidere di inseguire, per un’ultima volta, all’ombra della Tour Eiffel.
NUMERI DA CAPOGIRO – Ma Gigi Buffon non è soltanto trofei: Juventus-Verona è stato l’addio dell’unico calciatore che ha vinto per ben 9 volte la Serie A e del portiere più presente di sempre nel massimo campionato nostrano, nonché secondo estremo difensore con più presenze nella storia della Champions League (dietro soltanto all’amico Iker Casillas). A Buffon appartiene il record di imbattibilità in Serie A non avendo subito gol per ben 974 minuti, a Buffon appartiene il record di 117 clean sheet (match col Verona escluso) totali negli ultimi sette campionati, almeno 24 in più rispetto a qualsiasi altro portiere di A nel suddetto periodo. Il che significa che anche a 40 anni suonati, Buffon rimane uno dei migliori portieri in circolazione.
L’addio alla Juventus era stato deciso da tempo, per rispetto del compagno e designato successore Szczesny e dei piani della società. Il match con il Verona è servito come passerella, con tutto lo Stadium che gli ha dedicato una maxi coreografia. Dopo Del Piero, sei anni più tardi la Juventus dice addio ad un’altra leggenda, un’altra storia, un altro mito: Buffon è stato un fuoriclasse che per 22 anni ha giocato su livelli mai raggiunti prima da nessuno ed ha scritto pagine memorabili nella storia di questo sport.