Un tentativo di truffa ha colpito Bruno Giordano, Campione d’Italia con il Napoli nel 1987 e simbolo della Lazio. Carmine Cascio, un 36enne già noto alle forze dell’ordine, si è finto maresciallo di un corpo dell’arma e ha sfruttato una difficoltà della famiglia del calciatore per trarne dei benefici, attirando però su di sé le attenzioni dei Carabinieri.
Il fatto, risalente al 2017, è avvenuto in seguito al ritiro della patente del figlio di Giordano, motivo di disagio per la madre e lo stesso Bruno: “Mi lamentavo con qualche conoscente di famiglia, tra cui anche Cascio, di dover accompagnare il ragazzo in tutti i suoi spostamenti. Lui si è presentato a me dicendo di essere un maresciallo dell’Arma e di prestare servizio a Roma in un reparto speciale”, ha dichiarato Susanna Bartoli, moglie di Giordano, nel verbale dei militari della stazione di Ponte Milvio.
Cascio affermava di poter aiutare il ragazzo a tornare rapidamente alla guida tramite un permesso di circolazione provvisorio e la famiglia si convinse del suo ‘benevolo aiuto: “Mi disse che per lui sarebbe stato semplice risolvere la cosa e mi chiese una fototessera di mio figlio”, continua Susanna Bartoli.
Dopo qualche tempo, il finto maresciallo Cascio si presentò dalla famiglia Giordano con il documento, che pareva vero a tutti gli effetti. Così il ragazzo tornò alla guida, venendo però fermato giorni dopo per un banale controllo. Il documento risultò falso al momento dei controlli e le forze dell’ordine, in seguito alle dichiarazioni della famiglia, successivamente ricostruiscono la storia e arrivano a Cascio, adesso sotto processo, la cui sentenza arriverà a settembre.
L’uomo, non è nuovo a trovate di questo tipo: negli altri casi in cui è implicato chiedeva denaro in cambio di questi favori. Alla famiglia Giordano, invece, non chiese alcun esborso economico. Secondo le forze dell’ordine era un modo per avere credibilità agli occhi dei Giordano e riuscire, in questo modo, a raggirare altre persone.