“Sono nel calcio da tanti anni e di bilanci con il segno più ne ho visti pochi. La situazione dell’industria del calcio italiano è critica, perché il settore era entrato debole nella pandemia e il Covid ha acuito lo stress finanziario: negli ultimi due anni solo i primi sei club hanno accumulato perdite per 1.4 miliardi e qualche domanda sulla sostenibilità dobbiamo porcela. In Spagna hanno iniziato a lavorare sul salary cap, serve l’espansione dei ricavi e il contenimento dei cosi, collegando gli ingaggi dei calciatori ai ricavi dei club, perché la sentenza Bosman ha spostato l’equilibrio contrattuale a favore di agenti e calciatori”. Sono le parole dell’amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci, che è intervenuto a margine della presentazione del master universitario organizzato dall’Alma Mater di Bologna in collaborazione con il club rossoblù.
“In un sistema che vive di plusvalenze – ha proseguito il dirigente del club – il fatto che con il Covid i valori dei cartellini siano scesi del 20% è stato impattante. Per affrontare la competitività dei campionati molti club stressano i budget sperando di ripianare con le plusvalenze ma a pochi succede. C’è un tema di equilibrio economico da affrontare nel mondo del calcio, insieme a quello dei nuovi stadi, fondamentale visto che l’Italia si candiderà per ospitare gli Europei del 2032. il miglioramento delle strutture ma siamo in ritardo. Confido molto nel nuovo ministro che è competente del settore e spero sia possibile presto un confronto considerato che il Bologna è tra i club che ha una partita aperta per il restyling dello stadio”.