Serie A

Bologna, Di Vaio: “Gestione americana basata su fiducia e linee guida precise”

Marco Di Vaio
Marco Di Vaio - Foto Damiano Fiorentini/IPP

La gestione americana del club è basata su fiducia e linee guida ben precise, che avevo già visto da giocatore a Montreal. Inoltre, la vicinanza con figure del livello di Corvino, Sabatini, Bigon e ora con Sartori mi ha dato la possibilità di rubare qualcosa da loro”. Così Marco Di Vaio, in un’intervista rilasciata a Radio Tv Serie A con Rds, ha parlato del suo ruolo da club manager al Bologna. In particolare, raccontando dei primi tempi nel ruolo di dirigente, l’ex attaccante ha spiegato: “Dovevo essere un riferimento per i ragazzi e per il club ma onestamente nel primo anno non ero pronto, è stato qualcosa che ho imparato a fare nel tempo perché mi sentivo ancora troppo calciatore all’inizio. Poi ho cambiato mentalità e visione del lavoro, ho fatto il corso da direttore sportivo che mi è servito non solo dal punto di vista contrattuale per poter lavorare nel club ma anche a livello professionale”.

Un legame, quello con il Bologna e con la città, nato da calciatore: Per me Bologna è una seconda vita, perché in tanti dopo il Genoa mi credevano finito. Ho trovato una società che, appena tornata in Serie A, ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di smentire queste voci e di regalarmi un’ultima parte di carriera di alto livello. Il 2008/2009 è stato il mio anno – ricorda –, ho avuto la miglior stagione della mia vita dal punto di vista realizzativo e ho perso la classifica cannonieri all’ultima giornata per un gol (dietro a Zlatan Ibrahimovic, ndr). Bologna è il posto perfetto per chi cerca una seconda giovinezza dal punto di vista calcistico: è stato così per me ma anche per giocatori come Beppe Signori e Roberto Baggio. In città si vive benissimo, la gente è molto accogliente e rispettosa quindi questa miscela fa sì che chi arriva qui a una certa età non può che trovarsi bene: è il posto perfetto per vivere”, ha poi concluso Di Vaio.

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