Serie A

Bologna, Beukema: “Motta? Un genio, mi faceva andare a centrocampo”

Sam Beukema Bologna
Sam Beukema - Foto LiveMedia/Gianluca Ricci

Il difensore del Bologna Sam Beukema ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, iniziando a parlare della propria esperienza sotto Thiago Motta: Un genio, lo definisco così. Quando sono arrivato a Bologna mi chiedeva di spostarmi a centrocampo, io pensavo: “Sono un difensore centrale, perché devo andare a centrocampo?”. Poi ho capito il suo modo di giocare, mi ha fatto prendere consapevolezza. Ha fatto un ottimo lavoro anche con Lucumì e Calagiori. Mi ricordo che, contro il Torino, Calafiori ha dribblato dentro, mi ha passato la palla e io ero a centrocampo. L’ho passata a Fabbian, lui ha segnato“. Con Italiano, invece: “Ci sono differenze, ma si tratta di dettagli. Anche adesso i difensori centrali possono andare a centrocampo. Con Motta abbiamo difeso uno contro uno, ora lo facciamo ancora, ma più spesso. Dietro non è cambiato tanto, difendiamo più alti secondo me. Stiamo facendo bene rispetto all’avvio. Tante partite? Anche quando ero all’AZ in Conference giocavo ogni tre o quattro giorni. Mi piace giocare spesso“.

Arne Slot ha reso noto di averlo voluto al Feyenoord: “Mi ha mandato un messaggio quando ero all’AZ. Mi chiese di incontrarmi, io accettai: il Feyenoord è la squadra che ho sempre tifato. Dopo l’incontro pensai che ci sarei dovuto andare, ma parlava il cuore. Ho riflettuto e ho deciso di rimanere all’AZ, credevo fosse migliore per la mia carriera. Non era però certo colpa sua, le sue squadre vanno forte. Mi fece vedere un video sul suo pc di una partita con il Go Ahead Eagles: “Vedi, tu sei molto forte quando non hai nessuno dietro. Ma se sei nella situazione centrale, con gente anche alle spalle, vai in difficoltà e non sei tranquillo”, mi disse. Gli risposi: “E’ vero, non ci avevo mai pensato“. Mi ha fatto i complimenti dopo il match contro il Liverpool, mi ha detto: “Bello che siamo in Champions League”.

Beukema ha indossato la fascia da capitano con il Bologna: “È stato emozionante. Quando sono entrato in spogliatoio ho visto il foglio su cui ci sono scritti titolari e riserve. Noi scopriamo in spogliatoio chi gioca. Ho letto il mio nome in piccolo, perché il mister scrive “Sam” sulla sua lavagnetta. Vedevo però che sotto c’era un altro segno, non avevo capito. Pensavo fosse VC, che stesse per Vicecapitano. Mi sono avvicinato e in realtà era la C di Capitano. Quando siamo entrati in campo è stato bellissimo. E’ stato speciale esserlo contro l’Aston Villa, dopo l’alluvione“. Infine, sul legame con l’Italia: “Il mio legame con l’Italia parte da lontano. Mia mamma ha vissuto a Riccione per quasi 10 anni, l’idea era andare a Riccione per un anno, ma poi se n’è innamorata: pensava ‘Mi trovo bene qui’ e alla fine è rimasta per un decennio. Non andavo tutte le estati in vacanza lì, ma i miei hanno un appartamento a Riccione quindi ancora oggi lo uso”.

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