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“Io alla Juventus? Rifiutai dopo aver controllato i minuti totalizzati da Zaza. Mi avrebbe fatto bene tanta panchina?“. Domenico Berardi, in occasione di Inter-Sassuolo, è stato intervistato in esclusiva da ‘La Gazzetta dello Sport‘. Tra i tanti argomenti l’attaccante neroverde è tornato a fare chiarezza riguardo il suo rifiuto di vestire in bianconero proseguendo la sua avventura al Mapei Stadium: “Onestamente quello fu più un sì al Sassuolo che un no alla Juventus. Spingevano molto e vedevo quella vicenda come un’imposizione. Mi ero conquistato l’Europa League con i miei compagni e volevo giocarmela“.
Un amore per la maglia, per i compagni ma soprattutto per il suo tecnico, Eusebio Di Francesco: “Mi piacerebbe essere allenato da lui per sempre ma so che non si può. Mi ricorderò sempre cosa ha fatto per me, soprattutto quando mi fece esordire a 18 anni sorprendendo tutto e tutti. Mi chiese se me la sentissi e io gli risposi che avrei giocato come se fosse stata una partita con i miei amici in Calabria. Credo che me lo ripeterò anche prima dell’esordio in Nazionale“.
Proprio Inter-Sassuolo sarà una partita importante per Berardi, tifoso nerazzurro fin da piccolo: “Sono nato con il cuore nerazzurro perché certe cose i genitori le passano ai figli e vinse la fede di papà Luigi e di mio fratello Francesco, non quella di mamma Maria che tifa Juve. Da bambino mi riempì gli occhi Ronaldo il Fenomeno, a 15 anni toccò a Milito: la sera di Madrid presi la mia bandiera e andai con gli amici a festeggiare. Ogni ragazzino che ama il calcio ha una squadra del cuore, no? Il mio tifo l’ho dichiarato in tempi non sospetti, ben prima che si iniziasse a ipotizzare l’Inter nel mio futuro“.
Infine tornando a parla della Juventus, Berardi ha segnato il destino anche di Massimiliano Allegri. Esonerato dal Milan dopo il poker dell’attaccante per poi esser ingaggiato dalla dirigenza bianconera per una straordinaria cavalcata tra campionato e Champions: “Allegri mi dovrebbe ringraziare. Lo hanno esonerato dal Milan per causa mia e adesso allena la Juventus. Non l’ho mai incrociato, ma non credo che se la sia presa. Quella sera onestamente non pensai a lui, avevo fatto quattro gol al Milan“.