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Quindici allenatori su venti confermati (quattro in più della scorsa stagione), due passaggi di proprietà di club (Roma e Parma), prime storiche volte (Spezia e Pirlo) e ambizioni sempre nuove tra le squadre del massimo campionato di Serie A al via sabato 19 settembre alle 18:00 con Fiorentina e Torino in campo. Il primo pallone per due delle grandi deluse della scorsa stagione con una lotta salvezza allontanata fin troppo tardi per chi come obiettivo aveva quello di lottare almeno per un posto in Europa. Come era delusa la nuova Roma di Dan Friedkin: si riparte da Paulo Fonseca dopo il quinto posto di consolazione centrato in extremis e la brutta prova in Europa League contro il Siviglia. La prima avversaria per i giallorossi sarà l’Hellas Verona di Juric, una delle grandi sorprese della scorsa stagione e oggi costretta a rinunciare sul mercato alle rivelazioni Amrabat (Fiorentina) e Kumbulla, ceduto proprio al club capitolino. Da domenica spazio alle altre big. La Juventus di Andrea Pirlo, fresco di tesi a Coverciano sul “calcio che vorrei” e pronto a lanciare Kulusevski con Cristiano Ronaldo in attesa che la situazione sul centravanti si sblocchi. Allo Stadium di fronte ci sarà la Sampdoria del veterano Ranieri che sul ‘giovane’ collega si è espresso così: “Un’incognita perché quando si cambia allenatore ci vuole sempre un po’ di tempo per capire cosa vuole, ma i giocatori che la Juve sono grandiosi e sapranno come sbrogliarla“. Non è sicuramente un’incognita invece il Milan di Stefano Pioli, reduce da un grande finale di stagione con nove vittorie in dodici partite nella Serie A post lockdown. Per Stefano Pioli c’è il compito di invertire il trend che lo vede spesso e volentieri in difficoltà al secondo anno in una squadra, come dimostrano le esperienze con Lazio, Bologna e Fiorentina. Il primo test sarà contro il Bologna dell’ex Mihajlovic a San Siro. Più avanti poi toccherà a Lazio, Atalanta e Inter con i nerazzurri che dovranno vedersela contro il Benevento di Filippo Inzaghi.
GRIGLIA DI PARTENZA – Calciomercato fermo, legato a scambi e prestiti in molte circostanze. Di fatto il volto delle squadre di Serie A rispetto alla scorsa stagione non è cambiato granché. La grande svolta sarà rappresentata dall’asse Napoli-Roma-Juventus con l’acquisto da parte degli azzurri di Osimhen che ha dato vita al giro di bomber: Milik a Roma, Dzeko a Torino, sponda bianconera. Se la formazione bianconera è la grande favorita, l’Inter ha la veste dell’anti Juve. Antonio Conte – resto o non resto – alla fine ha ricevuto dalla società nerazzurra le garanzie opportune per continuare sulla panchina nerazzurra con un Hakimi in più e chissà chi altro. La Lazio, dopo l’opportunità David Silva svanita, ha puntato su un acquisto mirato per reparto: Muriqi è il colpo in attacco dopo le due ottime stagioni in Turchia, Escalante a centrocampo è una buona alternativa mentre Reina garantisce esperienza e uno stimolo in più a Strakosha, forse l’unica nota stonata della scorsa stagione. Basterà per due competizioni, Serie A e Champions? Sicuramente serve un difensore in più, poi si vedrà. L’Atalanta completa le prime quattro forze del campionato con un Gewiss Stadium in più per le gare europee. Nella stagione in cui diventerà l’allenatore con più panchine, Gasperini vuole sorprendere ancora. Dietro Napoli, Milan e una Roma che con Dzeko-Milik (ancora da ufficializzare) e Kolarov-Kumbulla perde forse nel breve periodo ma investe sul futuro. E’ quel che gli si chiedeva, del resto.
L’ALTRO CAMPIONATO – Stadi di proprietà e diritti tv. La Serie A sbircia oltre il muro e guarda il futuro. Anche se per scavalcarlo ci vorrà davvero ancora tempo. Ma i primi passi sono stati fatti, si va avanti, piano ma comunque più in là. Sul fronte stadi bisogna registrare l’approvazione dell’emendamento sblocca stadi che permette di sviluppare un iter di restyling per gli impianti storici più leggero, sciolto dai poteri delle Sovrintendenze e alleggerito dai vincoli architettonici sugli stadi. Sorridono Fiorentina, Milan e Inter mentre a Roma si aspetta il primo vertice tra Dan Friedkin e Virginia Raggi per definire il futuro dell’impianto di Tor di Valle. La Roma e la città di Roma aspettano un investimento che rappresenta una boccata d’ossigeno per la Capitale. Sul fronte dei diritti tv c’è stato intanto un passo importante: un voto all’unanimità a favore della creazione di una media company da cedere per una quota del 10% a fondi stranieri. C’è chi – tra club e politica (e c’è chi ha ipotizzato una golden power sul calcio italiano) – ha storto il naso. Ma difficilmente la Serie A potrà permettersi di rifiutare un simile passo in una situazione delicata dal punto di vista economico come quella al tempo del calcio senza pubblico.
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